TARI e trasparenza, a Dairago “pioggia” di critiche dalle opposizioni
Dalle opposizioni critiche ai ritardi nella pubblicazione dell'audio del consiglio dedicato alla TARI e ai costi del passaggio alla mastella con chip
TARI nell’occhio del ciclone a Dairago, dove dai banchi dell’opposizione è arrivata una “pioggia” di critiche indirizzata alla maggioranza che sostiene il sindaco Paola Rolfi. Critiche con sfumature diverse ma con un unico filo conduttore: la mancanza di trasparenza da parte di Via Chiesa.
A scagliare la proverbiale prima pietra nei giorni scorsi è stata la civica di centrodestra Scelgo Dairago, che ha messo nel mirino i ritardi nella pubblicazione delle registrazioni audio dell’ultima seduta del consiglio comunale cittadino dello scorso 30 aprile. «Ci sarebbe piaciuto farvi sentire l’intervento dei nostri consiglieri Federico Olgiati e Roberta Ghislotti in merito alla definizione delle tariffe TARI durante l’ultimo consiglio comunale del 30 aprile – hanno sottolineato da Scelgo Dairago -. Purtroppo non possiamo farlo perché dopo oltre 15 giorni non troviamo ancora pubblicata la registrazione nell’apposita sezione del sito del comune di Dairago. Ancora una volta nelle linee di mandato di Civica Dairago leggiamo una cosa ma nella realtà dei fatti succede tutto il contrario. Pensiamo sia molto importante dare la possibilità ad ogni dairaghese di poter ascoltare i consigli comunali e relative commissioni preparatorie per poter comprendere nel migliore dei modi cosa fa la politica per la comunità. Crediamo fermamente che partecipazione e coinvolgimento siano degli strumenti importanti per avvicinare le persone alla politica. Scelgo Dairago continuerà a vigilare per il bene di tutti».
UniAmo Dairago, invece, ha puntato il dito contro i costi. «Che fine ha fatto la promessa di risparmio della tassa rifiuti che dovevamo ottenere con l’utilizzo della mastella – si è chiesta la civica -? Nel 2018 il sindaco aveva avviato la fase sperimentale della tariffa puntuale che avrebbe portato nel 2019 alla modifica del calcolo della tassa promettendoci che chi avrebbe esposto meno la mastella con l’indifferenziato avrebbe speso di meno. In sintesi: meno si esponeva la mastella, meno si pagava. L’introduzione di questo sistema ha comportato nel 2018 un aumento della TARI per l’acquisto e la distribuzione delle mastelle con il chip e l’avvio della fase di sperimentazione, nonché un iniziale e diffuso abbandono dei rifiuti nei cestini pubblici e in altre sedi non appropriate. Ad oggi questo sistema non è mai entrato in funzione. Risultato: abbiamo pagato di tasca nostra un servizio (imposto dal comune) che dopo quattro anni ancora non funziona, e che non ha portato e non porterà alcun risparmio economico alle famiglie. Grazie amministrazione per aver informato tutti i cittadini su questa ennesima scelta andata a finire “nella pattumiera”».
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