Autopsia sul giovane trovato morto sulla statale 336 della Malpensa
Ancora presto per i risultati. Gli inquirenti parlano di morte violenta, avvenuta probabilmente in un luogo diverso da quello del ritrovamento
Segni di violenza, sì, non di tortura come in un primo momento si era parlato come per le fratture alle gambe, che non vi sarebbero. Segni di forti traumi cranici e al volto sì, possibili cause di morte.
È stata eseguita lunedì l’autopsia sul corpo del giovane trovato cadavere sabato mattina a lato della strada statale 336 della Malpensa, non a Vanzaghello, ma appena dentro i confini della provincia di Varese, a Lonate Pozzolo.
La competenza territoriale resta comunque quella della procura della repubblica di Busto Arsizio che ha disposto l’esame autoptico sul corpo trovato avvolto in una coperta in pile da un automobilista di passaggio che ha dato l’allarma.
La ricostruzione più concreta è che l’uomo sia stato ucciso altrove poco prima del ritrovamento e poi lasciato sulla statale. Non si conoscono ancora le generalità: impronte sconosciute agli archivi interforze, nessun documento né cellulare: l’età apparente è fra i 20 e i 30 anni, probabilmente nordafricano con barba e qualche tatuaggio: nessun altro segno di violenza.
Ipotesi, si diceva, dal momento che i risultati dell’esame autoptico non sono ancora disponibili, «ancora presto», dicono dalla procura, ma è chiaro che quei segni al capo rilevati da un primo esame cadaverico siano gli elementi che hanno causato il decesso.
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