Cantiere sull’Olona a Parabiago, Aipo: «Ridiamo spazio al fiume, tagliati solo alberi malati»
L'ingegner La Veglia tranquillizza: «Vengono tolte solo le piante malate indicate da Ersaf. Siamo sempre disposti ad ascoltare il Plis dei Mulini e Comuni»
Ridare spazio al fiume Olona. Questo l’obiettivo del cantiere Aipo avviato a Parabiago lo scorso novembre ed entrato nel vivo proprio in questi mesi di primavera. Ruspe ed escavatori stanno lavorando nell’area in via Filarete, che resterà per tutta la durata dell’opera (un anno circa) l’unico punto di accesso al cantiere. Come è visibile sia dalla strada che dal percorso Olona Green Way, deviato per permettere i lavori, è in corso uno spostamento di terra e un intervento di «bonifica». Diversi gli alberi che saranno tagliati, intervento che ha suscitato polemiche e preoccupazioni tra gli amanti del Parco dei Mulini raccolte anche dal consigliere legnanese Franco Brumana.
L’ingegnere Marco La Veglia (in qualità di responsabile unico del procedimento), che ci ha accompagnato nel sopralluogo al cantiere, ha scpiegato che il taglio delle essenze non è una «azione illogica di devastazione». Aipo, infatti, lavora in concerto con Ersaf per individuare quali piante abbattere: «L’Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste ci indica quali piante devono essere abbattute in quanto sono malate o attaccate in maniera irrecuperabile dal tarlo asiatico. Noi – spiega l’ingegnere – agiamo dove ci viene indicato dagli esperti e ovviamente andiamo ad eliminare anche le radici in modo tale da estirpare il problema». In quest’ottica sono stati sradicati diversi alberi attaccati dal tarlo asiatico e nel contempo sono stati mantenuti due grossi platani. Alberi che saranno poi ripiantumati.
I lavori, diretti da Sabrina Canali (Ufficio Operativo Aipo), serviranno per realizzare due vasche di laminazione, ossia due aree verdi con particolari pendenze utili a contenere le eventuali esondazioni dell’Olona. Nella normalità avranno l’aspetto di un campo coltivato, e saranno dotati di percorsi ciclo-pedonali, sia perimetrali che interni. Saranno, inoltre, disposte aree di sosta. L’opera, appaltata alla ditta Favini Costruzioni, avrà il compito di «permettere l’espansione controllata della corrente del fiume Olona e quindi di ridurre il valore massimo della portata della piena in transito, assicurando anche la protezione dei territori a valle». Il fiume in piena, quindi, occuperà prima l’area di Parabiago e mano a mano si dirigerà verso la vasca di San Vittore Olona per poi retrocedere. Per Aipo l’intervento si è reso necessario a causa del consumo di suolo che in questi anni ha letteralmente «divorato» lo spazio vitale del fiume Olona.
Oltre agli scavi ed alla eliminazione di tutte quelle piante ormai morenti, escavatori e tecnici ripuliranno gli spazi verdi dai diversi rifiuti dispersi nell’ambiente interessato. In questa prima fase sono già stati raccolti molti materiali plastici (bottiglie, sacchetti ed altro ancora), copertoni e anche masserizie di ogni sorta (elementi di cemento). «Questi spazi torneranno verdi – assicura La Veglia -, ma di certo è importante la collaborazione dell’Ente parco che dovrà dare le sue indicazioni». Un piano di massima per arredare e ridisegnare il percorso della Green Way c’è già, ma il «tavolo di confronto è sempre aperto. Siamo sempre disposti ad ascoltare anche i Comuni». Ovviamente tutte le eventuali indicazioni di miglioria dovranno restare all’interno del budget previsto. Per quanto riguarda l’area delicata di Canegrate, dove a causa del maltempo si è verificato un allagamento in zona Cascinette, i tecnici di Aipo allargheranno i margini.
Nel contempo Aipo, si aspetta che realtà come il consorzio agricolo siano disposte a prendersi cura di quest’area che potrà essere coltivata tenendo sempre conto degli “umori” dell’Olona. «Noi siamo pro fiume – afferma La Veglia -, non siamo nemici. Crediamo che in questi anni la logica di convivenza con il corso d’acqua e la natura sia stata messa da parte. Dobbiamo cambiare punto di vista e capire quanto sia importante anche per noi proteggere e curare questi spazi. Non è forse bello poter tranquillamente camminare lungo il fiume?».
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