25 aprile, a San Giorgio l’ANPI consegna la tessera 2022 ad honorem a Rino Rondanini
La sezione ANPI di San Giorgio ha consegnato alla moglie Maria Adele Colombo la tessera 2022 ad honorem destinata al ricordo di Rino Rondanini
Durante la celebrazione del 25 aprile la sezione ANPI di San Giorgio su Legnano ha consegnato alla moglie Maria Adele Colombo, presente con i figli, la tessera 2022 ad honorem destinata al ricordo di Rino Rondanini, «un ragazzo per la libertà».
«Rino aveva un fratello del 1923, bersagliere sul fronte dalmata, che dopo l’8 settembre 1943 fu internato con altri commilitoni del suo reparto a Dortmund in Germania – spiega l’ANPI -. Venne trasferito a Ghevester a fine 1944 e infine a Menden. Rimpatriato il 16 agosto 1945. Il suo racconto è stato letto da Mattia, studente di terza media: “Mi chiamo Rondanini Rino, nel mese di aprile del 1945 avevo 13 anni. Un partigiano sapeva che a Villa Cortese, in un porticato della scuola Ferrazzi al quale si poteva accedere attraverso i cortili, era stato nascosto un mortaio (come quello che ora è in piazza, di fronte alla chiesa di Villa Cortese). Io e altri cinque ragazzi aiutammo il partigiano a trasportare il mortaio: con una corda lunga 10 metri, tre da una parte e tre dall’altra, lo trascinammo da Villa Cortese a Busto Garolfo e poi fino a Inveruno. Lasciammo il mortaio a un gruppetto di partigiani che erano situati non molto distanti dalla chiesa: doveva servire per colpire il campanile sul quale era appostata una vedetta tedesca con l’ordine di controllare il territorio, in quanto di lì a poco sarebbe transitata una colonna militare tedesca (la Stamm) proveniente da Milano”».
«”Non appena consegnammo il mortaio ci allontanammo – prosegue il racconto letto dallo studente durante la commemorazione -. Dopo qualche giorno venni a sapere che il campanile fu distrutto insieme al soldato tedesco di sentinella e che il mortaio fu riportato a Villa Cortese. Mi ricordo anche un altro episodio in cui ho avuto paura. Ero incaricato di portare il cibo a dei giovani militari che si erano nascosti nei boschi intorno a San Giorgio. Mentre ero su una vicinale mi imbattei in una pattuglia nazista. Mi chiesero cosa avessi nel sacchetto e dove stessi andando. Vidi in un campo un contadino che stava zappando e risposi che stavo portando il pranzo a mio nonno, e lo chiamai: “Nonno, nonno, arrivo!” Il contadino capì la situazione e rispose “Vieni, vieni!”. I militari mi lasciarono andare, ma io passai un brutto momento!”».
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