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Illuminazione pubblica a Nerviano, il Consiglio di Stato “boccia” la gara per la riqualificazione

Accolto il ricorso della società arrivata seconda alla gara per l'affidamento della concessione e della riqualificazione dell'illuminazione a Nerviano

comune nerviano

Tutto da rifare per l’affidamento della concessione e della riqualificazione dell’illuminazione pubblica di Nerviano, le cui vicissitudini ad oltre un anno e mezzo dall’avvio della procedura di gara non sono ancora finite. Giovedì 21 aprile, infatti, è stata pubblicata la sentenza con cui il Consiglio di Stato, ribaltando la sentenza di primo grado che aveva dato ragione al comune, ha accolto il ricorso della società arrivata al secondo posto in graduatoria e annullato il provvedimento di aggiudicazione.

La procedura relativa all’illuminazione pubblica aveva preso le mosse ad ottobre 2020, quando la centrale unica di committenza che riunisce oltre a Nerviano anche i comuni di Legnano, Cerro Maggiore e Rescaldina aveva indetto la relativa gara. Gara che aveva ricevuto complessivamente cinque offerte ed era stata poi aggiudicata a luglio dell’anno successivo. Già il mese successivo, però, la procedura era finita sulla scrivania del TAR per la Lombardia a seguito del ricorso presentato dalla società al secondo posto nella graduatoria finale.

illuminazione pubblica

Nei mesi scorsi la giustizia amministrativa aveva dato ragione al comune di Nerviano respingendo il ricorso al mittente, ma per la riqualificazione dell’impianto di illuminazione pubblica del paese si era presto profilato un nuovo capitolo giudiziario: la società arrivata seconda in graduatoria, infatti, a stretto giro di posta aveva presentato ricorso in appello contro la sentenza di primo grado, passando di fatto la palla al Consiglio di Stato. Portando peraltro la giunta di Daniela Colombo, come era stato spiegato in consiglio comunale a fronte di un’interpellanza di Gruppo Indipendente Nervianese, Lega e Con Nerviano, a decidere di rimandare la firma del contratto all’esito del secondo grado di giudizio, per evitare quelli che l’assessore alla partita Sergio Parini aveva definito «spiacevoli conseguenze».

E dalla aule del Consiglio di Stato è arrivata la doccia fredda. Il giudice di secondo grado, infatti, ha ritenuto che la società che si è aggiudicata l’appalto non abbia indicato nella propria offerta tecnica «il numero dei lavoratori che l’operatore si impegnava ad applicare per l’esecuzione delle prestazioni oggetto della concessione, e, per conseguenza, neppure le specifiche qualifiche professionali, circostanza, questa, preclusiva di un’effettiva valutazione completa della struttura organizzativa offerta e dei relativi costi»: difformità tecnica che per Palazzo Spada avrebbe dovuto comportare «l’esclusione dalla gara». “Bocciata”, invece, la richiesta di risarcimento del danno per equivalente, dal momento che il contratto non era stato sottoscritto in attesa dell’esito del giudizio.

QUI LA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 22 Aprile 2022
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