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Ucraina, dalla S.C. Rescaldinese due bici per i profughi ospiti nella villa sequestrata alla ‘ndrangheta

La società ciclistica ha donato due biciclette ai quattro ragazzi arrivati nelle scorse settimane in paese dopo essere scappati dalla guerra in Ucraina

due bici dalla s.c. rescaldinese per i profughi dall'Ucraina

A fine marzo le porte della villetta sequestrata alla ‘ndrangheta in via Barbara Melzi a Rescaldina si erano aperte per accogliere sei profughi arrivati in paese dall’Ucraina dopo essere fuggiti dai bombardamenti e dalle città sotto assedio che sono diventate il triste simbolo della guerra tornata ad esplodere nel cuore dell’Europa dopo più di 70 anni di pace. Ora per quegli stessi profughi arriva uno sprazzo di normalità grazie alla S.C. Rescaldinese, che ha deciso di regalare due biciclette a chi ha dovuto rinunciare dall’oggi al domani alla sua vita di tutti i giorni.

I mezzi a due ruote sono stati consegnati ai giovani arrivati dall’Ucraina, quattro ragazzi di 17, 12, 10 e 4 anni, durante un allenamento dei giovanissimi portacolori della società, tra le maglie bianco-azzure degli atleti, direttamente dal presidente Osvaldo Forlani e dal suo vice Massimo Gasparri, accompagnati dal sindaco Gilles Ielo. «Questo – ha spiegato il numero uno della ciclistica – vuole essere un momento di vera solidarietà e vicinanza a questi ragazzi che la guerra ha allontanato dalla loro terra ma anche e soprattutto dalla loro quotidianità, dai loro studi, dai loro giochi. Vorremmo che queste biciclette diventassero simbolo di una ritrovata libertà e speranza per il futuro».

profughi ucraina rescaldina

La villetta dove alloggiano i ragazzi insieme alla madre e alla nonna era stata confiscata a Emilio Di Giovine, boss del clan di ‘ndrangheta Di Giovine-Serraino oggi pentito, che era considerato uno degli uomini più potenti dell’organizzazione calabrese, capace di internazionalizzare e differenziare i canali di riciclaggio del danaro sporco e di muovere tonnellate di hashish ed eroina e protagonista nel 1991 di una spettacolare evasione dall’ospedale Fatebenefratelli di Milano. La villa, probabilmente provento di usura nei confronti di un imprenditore della zona, era stata poi assegnata al Comune dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e nel 2016 Rescaldina aveva deciso di farne il perno di un progetto di residenzialità leggera e housing psichiatrico in collaborazione con il CPS di Legnano.

L’immobile, però, «ad oggi non è utilizzato per le progettualità di destinazione per carenza di utenza da inserirvi e atta al tipo di percorso previsto», così su richiesta della Prefettura nelle scorse settimane l’amministrazione comunale si è confrontata con la cooperativa Il Portico, ovvero l’attuale gestore, che si è reso disponibile ad aprire le porte della villetta ai profughi in fuga dall’Ucraina offrendo posti letto pronti all’uso dal momento che l’edificio era già dotato di impianti funzionanti, arredi ed elettrodomestici oltre che di spazi esterni, un plus per l’accoglienza di famiglie con bambini. Dove ora i ragazzi potranno “scorrazzare” sulle loro nuove biciclette, con le quali potranno anche andare alla scoperta di Rescaldina.

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Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 21 Aprile 2022
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