Rescaldina, bimbi a caccia di uova per i malati di Alzheimer
Pomeriggio di festa a Rescaldina tra laboratori, baby dance, magia e caccia alle uova a sostegno del progetto per i malati di Alzheimer e demenza
A Rescaldina bimbi a caccia di uova per aiutare chi soffre di Alzheimer e demenza senile. Pomeriggio di festa domenica 10 aprile in paese, dove i più piccoli, con la regia della Pro Loco e la collaborazione di contrade, Consulta Cultura, Consulta Commercio, Consulta sociale, ASSR e amministrazione comunale, dopo due anni di restrizioni per l’emergenza sanitaria hanno potuto riassaporare un pomeriggio di divertimento tra laboratori, baby dance, spettacoli di magia del Mago Rufus, caccia alle uova e una merenda offerta da alcuni commercianti del paese.
Proprio la caccia al tesoro a squadre in clima pasquale, peraltro, è servita a sostenere “Fragilmente, chi si ferma non è perduto”, progetto che in paese era già stato avviato in occasione de “Le vie del Natale”, la vetrina lunga un chilometro dedicata alle realtà del territorio nel segno della solidarietà. L’iniziativa, a supporto dei malati di Alzheimer e demenza, mira ad informare e sensibilizzare sulle patologie e dare un aiuto concreto ai malati e ai parenti e aspira a promuovere la nascita di un’associazione a Rescaldina che possa fare da motore per gli eventi futuri.
Il pomeriggio di festa organizzato dall’associazione di via Baita ha chiamato a raccolta più di cento bambini, 250 persone in tutto circa considerando anche i genitori che li hanno accompagnati. «Abbiamo organizzato l’iniziativa principalmente per continuare la vendita di gadget per il progetto sull’Alzheimer e sulla demenza “Fragilmente” iniziata con “Le vie del Natale “a dicembre – spiega Elisa Seveso della Pro Loco di Rescaldina – e la giornata è andata molto bene: hanno partecipato tanti bimbi, in un numero che non ci aspettavamo. I bambini si sono divertiti e qualche genitore ci ha anche scritto per dirci che la manifestazione è stata molto bella e che ai più piccoli, dopo due anni di pandemia, serviva proprio un pomeriggio così».
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