Torna all’asta la ex Rimoldi Necchi di Busto Garolfo
Per presentare offerte per la ex Rimoldi-Necchi di via Montebello ci sarà tempo fino a mercoledì 8 giugno. Si parte da un prezzo base di 655.360 euro
E cinque. Torna all’asta la ex Rimoldi-Necchi di via Montebello a Busto Garolfo e stavolta per la presentazione delle offerte ci sarà tempo fino a mercoledì 8 giugno e per aggiudicarsi l’area che per decenni ha ospitato l’allora colosso mondiale delle macchine per cucire serviranno 655.360 euro.
I quattro capannoni e i tre terreni che appartengono al complesso industriale, il cui stato di conservazione lascia purtroppo a desiderare, in questi anni sono già stati al centro di quattro esperimenti d’asta. Il primo alla fine di luglio dello scorso anno, quando si era partiti da una base di 1,6 milioni di euro. Il secondo a febbraio dello scorso anno, con un prezzo ribassato di oltre 300mila euro. Poi a luglio 2021, con ulteriore “sconto” da più di 250mila euro. E infine nel febbraio scorso, con un taglio sulla spesa necessaria di altri 200mila euro. In tutti e quattro i casi, però, all’apertura delle buste non ci si è nemmeno arrivati, perché nessun potenziale acquirente si è fatto avanti.
Ora il Tribunale di Busto Arsizio ci riprova con un nuovo ribasso da 165mila euro circa, anche se l’avviso di vendita dà comunque la possibilità di presentare offerte a partire da un minimo di 491.520: cifra che potrebbe già valere l’aggiudicazione qualora non ce ne fossero altre e non si profili nemmeno una «seria possibilità di conseguire un prezzo superiore con una nuova vendita». E vedremo se il prezzo basterà a superare la principale incognita con cui si sono finora scontrati i potenziali compratori, ovvero l’impossibilità di avere certezze rispetto ai costi di bonifica dei terreni.
L’area occupata dalla ex Rimoldi-Necchi, infatti, ormai da decenni, a corrente alternata, è al centro di polemiche legate all’inquinamento ed allo smaltimento dei rifiuti, tra provvedimenti del Comune per la bonifica dei terreni ed interventi da parte dell’autorità giudiziaria. Tanto che lo scorso anno il comune ha deciso di affidare una consulenza stragiudiziale ad un legale esperto in materia ambientale per prendere una volta per tutte i provvedimenti necessari a sbrogliare la matassa che ruota intorno al complesso industriale, che negli anni si è fatta sempre più intricata per i diversi passaggi di proprietà che ci sono stati.
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