Spaccio nei boschi ed escalation di violenza, il sindaco di Rescaldina: «Facciamo vivere questi luoghi»
Dopo due anni di pandemia, la preoccupazione del sindaco Ielo non è rivolta però solo allo spaccio ma al «disagio sociale crescente» registrato
Tre anni fa l’omicidio di Abib Modou Diop per pochi grammi di hashish, lo scorso fine settimana un altro cadavere nei boschi dello spaccio a Rescaldina, quello di un 30enne di origini marocchine che secondo la pista al momento considerata più accreditata dagli inquirenti avrebbe perso la vita per un regolamento di conti. Nel mezzo una sequela di arresti e operazioni delle Forze dell’Ordine per provare a tenere la droga fuori dai boschi. Una vera e propria escalation di violenza, in poche parole, che ha spinto il procuratore capo di Busto Arsizio Carlo Nocerino a prendere in considerazione l’idea di dare vita ad una task force per provare ad arginare il fenomeno.
Task force che per l’amministrazione comunale, che al momento non ha nessuna informazione in merito, sarebbe benvenuta, ma alla quale Piazza Chiesa, che sui controlli ha le mani sostanzialmente legate, vorrebbe affiancare altre tessere del puzzle per contrastare lo spaccio. «Ben venga qualsiasi intervento che serva a darci una mano, l’amministrazione è solo ben contenta se chi di competenza si organizza e affronta il problema, anche se al momento nessuno ci ha interpellato o ci ha proposto azioni di coordinamento – sottolinea il sindaco Gilles Ielo -. Noi riteniamo che per affrontare il problema la soluzione sia vivere i luoghi: per due anni è stato difficile organizzare questo tipo di attività e anche se ci abbiamo provato il contesto pandemico non ci ha agevolato. Ora stiamo costruendo un programma di uscite insieme alle associazioni e ad altre amministrazioni, da maggio inoltre riprenderà la chiusura domenicale di via Gerenzano, per la quale ci sarà anche un presidio della Polizia Locale o della Protezione Civile in presenza di manifestazioni: tutto questo andrà ad incidere sulle frequentazioni, il tentativo è quello di bloccare il mercato cercando di non fare arrivare i consumatori».
Il ritrovamento del cadavere nei boschi di Rescaldina lo scorso fine settimanaNon sono solamente i boschi, però, ad aver bisogno di rinascere a nuova vita: un’altra tessera fondamentale del mosaico è la stazione, crocevia sempre più battuto da chi punta al polmone verde per una dose con tutti i disagi del caso per i pendolari e per i viaggiatori occasionali. E proprio per questo l’intenzione dell’amministrazione è quella di trasformare la ex biglietteria di piazzale dei Donatori in uno spazio a disposizione delle associazioni attraverso un avviso per la raccolta di manifestazioni di interesse che sarà approvato proprio nei prossimi giorni in giunta, aprendo l’ultimo capitolo di un iter avviato nel 2019 con FerrovieNord. «Il progetto si sviluppa lungo due direttrici – spiega il primo cittadino -: da un lato chiederemo a tutte associazioni interessate di indicarci una progettualità e gli orari in cui vorrebbero avere a disposizione i locali della stazione, e dall’altro ci sarà il coordinamento dell’occhio educativo di “Integration Machine“, e quindi di Azienda So.Le., e della cooperativa Albatros. Speriamo in questo modo di dare vitalità all’area: l’obiettivo è tenere i locali occupati quanto più a lungo possibile per trasformale la stazione in qualcosa di diverso da quella che è la sua percezione in questo momento».
In stazione, peraltro, è attivo già da tempo un progetto che prevede più volte a settimana la presenza degli educatori della cooperativa Albatros che cercano di stabilire un contatto con le persone più fragili, quelle che hanno evidenti problemi di tossicodipendenza o sono clienti abituali degli spacciatori nei boschi. «Sono educatori specializzati che lavorano anche in altre località – aggiunge il sindaco -, incontrando a volte gli stessi clienti. Ci hanno parlato di una frequenza media che si è abbassata nei primi mesi del 2022 ma che si sta rialzando, finora hanno agganciato una dozzina di persone. È un dato di fatto che ci sia molto traffico nei boschi del Rugareto, una piazza che sta esplodendo è anche quella del Parco del Lura e del Parco delle Groane, dove c’è un nuovo fiorire di spaccio e bande che si spartiscono il territorio».
Il problema sociale, però, non si ferma allo spaccio e al consumo di droga e dopo due anni di pandemia ha assunto ormai confini più ampi. «Non registriamo un aumento dei movimenti nell’area dei boschi – conclude Ielo -: il Covid ha rallentato la dinamica, c’è stata una ripresa dopo i diversi lockdown ma la situazione non si discosta da quanto già vivevamo nel 2019. I fatti dello scorso weekend non sono correlati tanto ai movimenti di clienti, quanto alle dinamiche interne. In linea generale assistiamo però ad un disagio sociale crescente, a prescindere dalla dinamica legata alla droga, e ci sono degli elementi di preoccupazione: il mondo è stato stravolto in questi due anni di pandemia e non possiamo pensare che non ci siano conseguenze e che con la fine dello stato di emergenza si torni automaticamente alla vita di prima come se non fosse successo nulla».
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