Omicidio nel bosco dello spaccio a Rescaldina, la Procura di Busto pensa ad una task force anti-droga
L'ennesimo omicidio dimostra che il fenomeno dello spaccio sta assumendo caratteristiche preoccupanti. Per questo il procuratore Nocerino pensa ad un team specifico per bloccare il fenomeno
La Procura di Busto Arsizio, insieme ai militari della Compagnia dei Carabinieri di Legnano, stanno cercando di far luce sull‘omicidio di un cittadino marocchino di circa 30 anni trovato senza vita nei boschi di Rescaldina sabato scorso da alcuni passanti.
Giunti ormai alla quasi completa identificazione del corpo, è la pista del regolamento di conti nell’ambito dello spaccio di droga ad essere la pista più accreditata. L’uomo sarebbe stato ucciso a colpi d’arma da fuoco e la zona in cui è stato rinvenuto il corpo è proprio quella infestata da anni dagli spacciatori dei boschi, quasi tutti di origine marocchina e sconosciuti alle autorità in quanto molto spesso risultano senza fissa dimora e senza documenti. Da ricostruire anche la dinamica dell’uccisione e qui le ipotesi sono diverse: dall’esecuzione all’inseguimento, fino allo scontro a fuoco tra due gruppi.
Solo 3 anni fa nella stessa zona era stato ucciso un cittadino senegalese di 54 anni, Abib Modou Diop, consumatore di stupefacenti arruolato con il compito di fare da vedetta per i gestori del traffico illecito e ucciso perchè avrebbe sottratto della droga. Proprio due mesi fa si era concluso il processo in contumacia nei confronti di Cherif Ahmed, condannato a 25 anni di carcere in primo grado ma uccel di bosco dal giorno successivo all’omicidio.
Omicidio nel bosco a Rescaldina, condannato a 25 anni e 6 mesi il killer latitante
Questa nuova vicenda, unita allo stillicidio di operazioni e arresti che ogni anno vengono effettuati dalle forze dell’ordine dal Luinese all’Altomilanese, riaccende un faro sul livello di violenza e intimidazione che questi gruppi di spacciatori hanno ormai assunto nel corso degli anni. La prova della loro forza anche economica è stata fornita da una recente operazione della Polizia di Stato di Busto Arsizio che ha portato all’arresto di due spacciatori che operavano nei boschi di via Ceresio a Lonate Pozzolo, altra zona tristemente nota per lo spaccio. Al capo sono stati sequestrati oltre 9 kg di stupefacente di ogni tipo (cocaina, eroina e hashish).
Il Procuratore Capo di Busto Arsizio, Carlo Nocerino, sa bene che il fenomeno è complesso, esteso e difficile da affrontare. I tentativi di arginarlo sembrano non essere sufficienti in quanto i clienti continuano ad arrivare a frotte e non solo dalle aree circostanti ma anche dal Piemonte e dalla Svizzera (nell’ultimo sequestro sono spuntati anche 3 mila franchi svizzeri, ndr).
Visto anche l’aumento del livello di violenza di questi soggetti, che una volta usavano il machete per minacciare e oggi si ritrovano tra le mani pistole che non esitano ad usare, Nocerino sta prendendo in considerazione l’idea di creare una vera e propria task force per alzare il livello di attenzione sul fenomeno e colpirlo in maniera più incisiva, spezzando quella catena di montaggio infinita con la quale ad ogni arresto arriva un rimpiazzo pronto a portare avanti l’attività senza che l’organizzazione subisca grossi danni.
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