Non per soldi ma per disaccordi nella convivenza ormai tali da averlo indotto al delitto. Così il nuovo scenario del patricidio dello scorso dicembre con vittima Carmine D’Errico ad opera del figlio Lorenzo. La notizia, pubblicata dal quotidiano Il Giorno, arriva dopo il terzo interrogatorio avvenuto in questi giorni nel Comando dei carabinieri della compagnia di Sesto San Giovanni, in cui il 36enne ha ricostruito gli eventi di quei giorni.

L’omicidio, come era già risultato in passato, è stato consumato il 30 dicembre 2021 nell’abitazione di Cusano Milanino dove i due convivevano. Carmine, 65 anni, malato da tempo, è stato colpito più volte in testa (circa 40 volte) con un oggetto contundente. Lorenzo ha poi cercato di distruggere il cadavere bruciandolo in una rientranza della ditta abbandonata in via Benedetto Croce a Cerro Maggiore. Liberatosi del corpo, il 36enne sarebbe tornato a casa per cancellare ogni traccia.

Il 3 febbraio i Carabinieri del Comando Provinciale di Milano nei confronti di Lorenzo D’Errico avevano dato esecuzione ad un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica di Monza, confermato l’8 febbraio. In questi giorni, l’interrogatorio che ha portato allo scenario descritto: un delitto maturato per le profonde divergenze tra padre e figlio.