Ucraini al presidio di Parabiago: “Non lasciateci soli, aiutateci a ritrovare la pace!”
Al presidio in piazza Maggiolini 150 i partecipanti che hanno invocato la fine dell'invasione e il ritorno della Pace in Ucraina
Il piccolo Martin si presenta all’incontro in piazza Maggiolini, a Parabiago, sferzata da un vento gelido, con il disegno di un cuore sullo sfondo della bandiera ucraina. Sarà il simbolo del presidio lanciato dal mondo sindacale, partigiano, dell’associazionismo e del volontariato per un appello destinato alla pace in Ucraina.
Martin, in piazza, gioca con i suoi amichetti, tutti figli di famiglie dell’Est che da anni vivono e lavorano sul territorio, preoccupate per la sorte dei loro famigliari da due giorni sotto le bombe russe: «Mia madre abita al confine con la Romania – spiega Alona, mamma di Martin, con accanto il marito Rumen di origini bulgare – . Adesso, vive in un rifugio, per scappare dai bombardamenti. La guerra è ovunque in Ucraina, non solo nelle grandi città. Preghiamo che si torni al dialogo. Vivere così è impossibile».
Una preoccupazione particolare è quella di Rumen: «In questa guerra devono star fuori i ceceni. Conosciamo la loro crudeltà. Non hanno pietà per nessuno, uomini e donne».
Il presidio ha coinvolto almeno 150 persone, tra cui il sindaco di Parabiago Raffale Cucchi che ha espresso la solidarietà della città alla numerosa comunità ucraina. Durante la giornata, nella presentazione dell’incontro l’invasione della Russia è stata definita dagli organizzatori come “un atto di guerra che nega il principio dell’autodeterminazione dei popoli, fa precipitare l’Europa sull’orlo di un conflitto globale, impone una logica imperiale che contrasta col nuovo mondo multipolare, porta lutti e devastazioni”.
In particolare l’ANPI ha auspicato che “non si avvii una ulteriore escalation militare come reazione all’invasione, che si lavori per l’immediato cessate il fuoco riaprendo un canale diplomatico, che l’Italia rimanga fuori da ogni operazione bellica nel pieno rispetto dell’art. 11 della Costituzione, che l’Unione Europea, la Russia, gli Stati Uniti d’America e la Nato ripensino criticamente ad una politica che negli ultimi 15 anni ha determinato crescenti tensioni e incomprensioni. L’ANPI fa appello alle forze sociali e politiche e a tutti i cittadini per una immediata e grande mobilitazione unitaria per il ritiro delle forze armate russe dall’Ucraina e per la pace, a cominciare dalla manifestazione nazionale che si svolgerà domani 26 febbraio a Roma”.
La comunità ucraina non ha assolutamente chiesto all’Italia armi e soldati. L’appello di questa gente è stato più di carattere solidale: «Non abbandonateci – il loro urlo di dolore – stateci vicini con dure sanzioni alla Russia, con aiuti economici che possano risollevare i nostri famigliari costretti a vivere con scarsità di alimenti e in rifugi di fortuna, garage, cantine, bunker».
Occhi carichi di lacrime e di preoccupazione, questa sera, venerdì 25 febbraio, a Parabiago, secondo giorno di guerra in Europa. Ma anche volti pieni di speranza, perchè la solidarietà di stasera è stata una importante iniezione di fiducia.
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