La Lega Giovani Ticino ricorda i martiri delle foibe a Parabiago
Un luogo della provincia scelto perché, nel giro di due anni, vandalizzato da chi, secondo gli organizzatori, non vorrebbe riconoscere questa tragedia
Lega Giovani Ticino a Parabiago, in Piazzale Martiri delle Foibe, insieme al sindaco Raffaele Cucchi, a Christian Colombo, coordinatore provinciale della Lega Giovani e al referente provinciale della Lega Alessio Zanzottera per ricordare il sacrificio di circa 350.000 italiani, tra istriani, giuliani e dalmati, trucidati o costretti ad abbandonare la propria terra dai partigiani comunisti jugoslavi di Tito.
«Un luogo della provincia non scelto a caso – spiega Colombo – perché purtroppo questo luogo del ricordo è stato più volte, nel giro di due anni, vandalizzato da chi, evidentemente, non vorrebbe riconoscere questa immane tragedia. Ricordare è importante, anche perché per 70 anni si è cercato di negare, sminuire o addirittura giustificare quanto successo al confine orientale».
«Non crediamo – prosegue il coordinatore dei giovani leghisti – nei morti di serie A e di serie B, troviamo ingiustificabile la posizione di una certa sinistra, troppo spesso connivente con un passato fallimentare che ha portato solo ed esclusivamente morte, fame e povertà. Sottolineiamo quanto sia stato crudele questo evento, in quanto ha creato degli esuli e non dei profughi, per noi della Lega non c’è nulla di più doloroso di dover scegliere tra l’attaccamento alla propria terra, le proprie radici, e la propria vita».
«Siamo contenti che sia la legislazione nazionale che quella regionale abbiano recepito questo tema, tanto che in Lombardia, tramite il Consiglio regionale, ogni anno viene bandito un concorso per le scuole sul tema delle foibe e del suo ricordo, nella cui commissione esaminatrice è presente il consigliere regionale della nostra provincia Curzio Trezzani. Ci impegneremo – conclude Colombo – affinché i tragici fatti avvenuti lungo il confine orientale tra gli anni ’40 e ’50 non siano dimenticati, come fatto per troppo tempo; ma siano approfonditi e analizzati, partendo proprio dalle scuole, per costruire una piena coscienza e consapevolezza collettiva del nostro passato, fondamentale per non ripetere in futuro tutti gli orrori fomentati dall’odio ideologico».
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