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Cadavere carbonizzato all’ex Brenta di Cerro Maggiore, il sindaco: «Storia tragica»

Ad uccidere Carmine D'Errico, il cui cadavere è stato ritrovato carbonizzato all'ex Brenta di Cerro Maggiore, secondo gli inquirenti sarebbe stato il figlio

nuccia berra cerro maggiore

«Voglio ringraziare i nostri Carabinieri per la svolta nelle indagini legate alla tragica scoperta del corpo carbonizzato ritrovato nell’area della ex Brenta Precompressi». All’indomani dell’acceleraazione nell’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica dopo che un gruppo di ragazzi aveva ritrovato nella fabbrica in disuso un cadavere carbonizzato, il sindaco di Cerro Maggiore Nuccia Berra interviene per dare voce all’apprezzamento di Palazzo Dell’Acqua rispetto all’operato delle Forze dell’Ordine.

«In questi giorni le nostre Forze dell’Ordine hanno continuato ad indagare e percorrere le varie piste per arrivare a dare un nome all’uomo e, soprattutto, un volto all’omicida – sottolinea la prima cittadina -. Senza entrare nel merito delle indiscrezioni di stampa che annunciano un indagato per omicidio per il cadavere semi-carbonizzato ritrovato in una fabbrica dismessa, come primo cittadino esprimo tutta la mia amarezza per questa vicenda. È già sconfortante leggere sui quotidiani simili storie familiari, ma è tragico viverle direttamente. Ho piena fiducia nell’operato dei nostri Carabinieri, per questo sono convinta che presto si potrà voltare pagina individuando il colpevole».

cadavere carbonizzato omicidio cerro maggiore

Proprio da ieri, giovedì 3 febbraio, il cadavere rivenuto nell’area dismessa ha un nome. Il corpo è stato identificato come quello di Carmine d’Errico, pensionato 65enne di Cusano Milano scomparso dalla casa che condivideva con il figlio Lorenzo a fine dicembre. Ad ucciderlo, secondo gli investigatori, potrebbe essere stato proprio il figlio, con il quale aveva un rapporto piuttosto burrascoso: il 36enne, che era stato anche intervistato dalla trasmissione di RaiTre “Chi l’ha visto”, è stato fermato come indiziato di delitto a valle di un decreto emesso dalla Procura della Repubblica di Monza.

L’uomo, che non aveva mai nascosto il difficile rapporto con il padre negando però ogni coinvolgimento nella sua scomparsa, ieri è stato inoltre portato nuovamente in caserma e interrogato. Sempre ieri, su richiesta della Procura i Carabinieri del Ris sono entrati nella villetta dove la vittima viveva insieme al figlio alla ricerca di eventuali tracce di sangue: tracce che a quanto trapela sarebbero state effettivamente individuate.

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Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 04 Febbraio 2022
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