Rescaldina, il M5S rilancia la teoria delle “finestre rotte”: «Troppo degrado in paese»
Il M5S parte dalla teoria crimonilogica delle "finestre rotte" per condannare il degrado di alcune aree di Rescaldina, boschi e stazione in primis
Correva l’anno 1969 quando un docente dell’Università di Stanford lanciò un esperimento di psicologia sociale lasciando nel Bronx e a Palo Alto due auto identiche: in poche ore la vettura parcheggiata a New York inizio ad essere smantellata, mentre quella portata in California rimase intatta. Una settimana dopo, però, una volta rotto un vetro del mezzo lasciato a Palo Alto, le stesse dinamiche di vandalismo già riscontrare sulla East Coast si ripresentarono identiche all’altro capo degli Stati Uniti. Negli anni ’80 questo esperimento diede il là alla teoria delle finestre rotte, secondo la quale il degrado urbano alimenta la criminalità e i comportamenti anti-sociali.
Quarant’anni dopo, la cosiddetta teoria delle finestre rotte finisce al centro del dibattito politico di Rescaldina, con il Movimento 5 Stelle che muove da lì per puntare il dito contro il degrado del paese, boschi e stazione in primis. «Il nostro paese, purtroppo, sta fornendo la prova di come questa teoria sia valida – sottolineano i pentastellati -: il degrado che da anni affligge il nostro paese sta moltiplicando se stesso e il senso di abbandono da parte delle istituzioni induce comportamenti sempre meno rispettosi. I nostri boschi sono l’esempio lampante di quanto tutto ciò sia amaramente vero. Che li frequenta regolarmente non può non notare come a cumuli di rifiuti si aggiungano altri cumuli, di come l’immondizia abbandonata attiri altra immondizia, di come ciò che di male c’è resti dove è, di come le pessime frequentazioni diventino sempre più presenti e palesi.
«Il deposito di finestre, proprio di finestre rotte, che abbiamo segnalato diversi mesi fa, è ancora lì al suo posto, con la differenza che i vetri nel frattempo si sono frantumati (con grave pericolo anche di chi passa sul sentiero e potrebbe caderci sopra), e alle finestre si sono aggiunti altri arredi – ricorda il M5S -. La casa abusiva nel bosco non è stata rimossa (come non sono state ripristinate le piante abbattute per costruirla) ed ora, abbandonata e pericolante, comincia a richiamare altro degrado. I giochi dei bambini marciscono e la speranza ormai è quella che nessuno si faccia male. Gli interventi in stazione, solo programmati, sono sempre volti a recuperare i disperati in transito verso i boschi (cosa buona e giusta), ma mai a tutela di chi, ligio e rispettoso, chiede più sicurezza. Gli onesti sono spinti a muoversi in altre maniere diverse dal treno. Se possono. E se non possono…pazienza. Ci si riempie la bocca di parole e concetti come “mobilità dolce” ma poi anziché rendere la stazione un luogo “attraente” e sicuro, la si lascia diventare terra di nessuno. Da evitare».
Per il Movimento 5 Stelle, insomma, la situazione richiede ormai un deciso cambiamento di rotta. «Le nostre segnalazioni, formali e informali non hanno sortito alcun effetto, dalle più banali alle più gravi – concludono dal M5S -. Nessuno interviene, nessuno risponde; il palazzo è sordo. Immobile. A volte finge di ascoltarci, ma resta poi comunque immobile. Purtroppo l’immobilità dell’amministrazione sta portando il paese ad un livello tale per cui disinnescare questi circoli viziosi diventa sempre più difficile ed oneroso. Nel frattempo qualcuno pensa di trasferirsi nei paesi limitrofi se non fosse che gli immobili a ridosso delle zone degradate, come i boschi e la stazione (una volte punti di forza) sempre per le “finestre rotte”, si sono svalutati. Danno e beffa. Attendere che arrivino “i nostri” a salvarci da fuori (sperando sempre in interventi regionali, nazionali o divini) è una strategia suicida i cui frutti si stanno già vedendo e dimostra una volta di più come la politica si riveli il più delle volte una attività inutile, quando non dannosa. Occorre agire, con le risorse ed i mezzi disponibili, in primis decidendo di farlo, riparando i vetri delle finestre rotte; ci piacerebbe aggiungere un “prima che si inneschi il circolo vizioso” ma purtroppo a quella fase già ci siamo».
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