A Rescaldina si torna al consiglio comunale da remoto, è polemica tra maggioranza e centrodestra
Ambrogio Casati, consigliere del centrodestra, prende posizione contro il ritorno alla convocazione da remoto del consiglio comunale cittadino
Il coronavirus non allenta la morsa sul Legnanese: anche nell’ultima settimana nel nostro territorio ci sono stati più di 5mila nuovi positivi, che confermano la rapidissima circolazione del virus già registrata nelle scorse settimane e attestano la diffusine del contagio sui livelli più alti mai visti dall’inizio della pandemia. E dopo il giro di vite dettato dal Governo nelle restrizioni anti-Covid, anche a livello locale fioccano le contromisure, dai primi eventi annullati al ritorno dei consigli comunali in videoconferenza. È il caso ad esempio di Rescaldina, dove parlamentino e commissioni torneranno a riunirsi a distanza con il risultato che tra centrodestra e maggioranza divampa già la polemica.
«Gli amministratori di Vivere Rescaldina non perdono occasione per trincerarsi nella loro solitudine – è la dura presa di posizione di Ambrogio Casati, consigliere comunale del centrodestra -. Infatti vogliono ripristinare le commissioni consiliari e il consiglio comunale in videoconferenza anziché in presenza. Nessuna norma ufficiale è stata finora presentata da organi competenti, sia regionali che nazionali. L’aula consiliare di Rescaldina ha una capienza tale da poter essere utilizzata con tutte le precauzioni sanitarie previste per la riunione in presenza. Al limite, si può esentare il pubblico, che in genere è composto da due persone. Questo dimostra ancora una volta l’indisponibilità al confronto de visu da parte della compagine di Vivere Rescaldina. Nessuna voglia di discutere qualsiasi provvedimento: solo imposizioni all’opposizione e ai cittadini».
Alla base della scelta dell’amministrazione, però, oltre alla situazione sanitaria c’è una circolare della Prefettura che proprio nei giorni scorsi ha riepilogato le «misure in vigore per i territori classificati come “zona gialla” e le previsioni in materia di certificazioni verdi base e rafforzate secondo la cornice normativa in vigore dal 10 gennaio», dove per le riunioni nell’ambito della pubblica amministrazione si parla di svolgimento «in modalità a distanza, salvo la sussistenza di motivate ragioni».
«Non capisco quale vantaggio ne trarrebbe l’amministrazione dato che la convocazione da remoto sicuramente rende più complesso il confronto in modo biunivoco, tanto per le minoranze quanto per l’amministrazione – replica il sindaco Gilles Ielo – . Tutti subiamo questi provvedimenti. È evidente dalla nota della Prefettura come sul tema purtroppo non vi sia alcuna possibilità decisionale. “L’indagine” che, all’affermarsi dei numeri in crescita, ho chiesto di effettuare al presidente del consiglio sull’eventuale posizione dei differenti gruppi politici ritengo sia la miglior risposta di come l’amministrazione cerca di adottare atteggiamenti responsabili e cauti in piena condivisione e senza imposizioni, sempre finché sia data la possibilità di decidere».
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