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Torna all’asta la ex Rimoldi Necchi di Busto Garolfo

Per aggiudicarsi l'ex complesso industriale questa volta basteranno 819.200 euro. Il M5S torna a denunciare le problematiche dell'area di via Montebello

ex rimoldi-necchi Busto Garolfo

E quattro. Torna all’asta per la quarta volta la ex Rimoldi-Necchi di via Montebello a Busto Garolfo: stavolta la scadenza del termine per la presentazione delle offerte è fissata per mercoledì 2 febbraio e per aggiudicarsi l’area che per decenni ha ospitato l’allora colosso mondiale delle macchine per cucire serviranno 819.200 euro.

I quattro capannoni e i tre terreni che appartengono al complesso industriale, il cui stato di conservazione lascia purtroppo a desiderare, in questi anni sono già stati al centro di tre esperimenti d’asta: il primo alla fine di luglio dello scorso anno, quando si era partiti da una base di 1,6 milioni di euro, il secondo a febbraio, con un prezzo ribassato di oltre 300mila euro, e l’ultimo a luglio, con ulteriore “sconto” da più di 250mila euro. In tutti e tre i casi, però, all’apertura delle buste non ci si è nemmeno arrivati, perché di buste sulla scrivania del delegato alla vendita non ne è arrivata nemmeno l’ombra.

Ora il Tribunale di Busto Arsizio ci riprova con un altro taglio sul prezzo da oltre 200mila euro, anche se l’avviso di vendita dà comunque la possibilità di presentare offerte a partire da un minimo di 614.400 euro: cifra che potrebbe già valere l’aggiudicazione qualora non ce ne fossero altre e non si profili nemmeno una «seria possibilità di conseguire un prezzo superiore con una nuova vendita». E vedremo se il prezzo basterà a superare la principale incognita con cui si sono finora scontrati i potenziali compratori, ovvero l’impossibilità di avere certezze rispetto ai costi di bonifica dei terreni.

L’area occupata dalla ex Rimoldi-Necchi, infatti, ormai da decenni, a corrente alternata, è al centro di polemiche legate all’inquinamento ed allo smaltimento dei rifiuti, tra provvedimenti del Comune per la bonifica dei terreni ed interventi da parte dell’autorità giudiziaria. Tanto che nei mesi scorsi il comune ha deciso di affidare una consulenza stragiudiziale ad un legale esperto in materia ambientale per prendere una volta per tutte i provvedimenti necessari a sbrogliare la matassa che ruota intorno al complesso industriale, che negli anni si è fatta sempre più intricata per i diversi passaggi di proprietà che ci sono stati.

Anche la politica a più riprese ha acceso i riflettori sulle sorti dei 15mila metri quadri dell’ex complesso industriale, come hanno fatto proprio in questi giorni in consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Massimo De Rosa e gli attivisti di Busto Garolfo. «Da tempo abbiamo segnalato che l’area ex Rimoldi Necchi è stata individuata tra le priorità d’intervento definite nel Piano Regionale di Bonifica delle aree inquinate – sottolineano i pentastellati -. Il sito è tutt’ora censito nella banca dati dei siti contaminati pubblicata da AGISCO (anagrafe e gestione integrata dei siti contaminati) aggiornata al 30 settembre 2020. Ad oggi persiste un problema di inquinamento della falda non ancora individuato e circoscritto dalle società attualmente proprietarie dei terreni».

«E se questo non bastasse da molti mesi l’area è andata all’asta aprendo possibili scenari di consumo di suolo e cementificazione – aggiungono dal M5S -. La nostra preoccupazione aumenta giorno dopo giorno. Cosa succederà alla prossima asta a prezzo di partenza ribassato? E se non a questa, alla prossima ed alla successiva ancora? A nostro avviso rischiamo l’ennesima “terra di conquista” da parte di investitori privati che, consapevoli della delibera n. 18 del consiglio comunale datata 19.04.2019 (relativa alla variante al piano di governo del territorio, ndr), si aggiudicherebbero un terreno edificabile ad un valore simile a quello di un terreno agricolo».

Il Movimento 5 Stelle ha messo sul piatto anche i dati emersi dall’edizione 2021 del rapporto del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente su “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, che per Busto Garolfo parlano di 268,86 metri quadri di cemento o comunque di coperture artificiali per ogni abitante, con la sola Nerviano più “cementificata”. «Questi dati ISPRA e l’inquinamento della falda ci preoccupano – concludono i pentastellati, intenzionati a chiedere a breve un incontro al sindaco Susanna Biondi per portare a Palazzo Molteni le proprie preoccupazioni ma anche un ventaglio di proposte -. Noi siamo per il risanamento ambientale dell’area e contrari ad un’eventuale nuovo piano di cementificazione, sia che si tratti di centri commerciali che di palazzine residenziali o altro ancora».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 20 Dicembre 2021
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