Anche a Parabiago torna l’obbligo di mascherina all’aperto nei luoghi a rischio assembramento
Un'ordinanza del sindaco ha riportato in vigore l'obbligo di mascherina anche all'aperto per mercati, aree vicine alle scuole, campi sportivi e luoghi a rischio assembramento in generale
Continua nel Legnanese la sequela di provvedimenti per provare a mettere un freno alla corsa della Covid-19, che negli ultimi cinque giorni ha provocato nel territorio un numero di nuovi casi che non si vedeva dallo scorso inverno. Anche a Parabiago un’ordinanza del sindaco Raffaele Cucchi di fine novembre pubblicata però in questi giorni sull’albo pretorio ha riportato in vigore l’obbligo di mascherina anche all’aperto in via Spagliardi, tra piazza della Vittoria e via del Riale, al momento dell’entrata e dell’uscita degli studenti dalle scuole, in tutti i campi sportivi per eventi e manifestazioni che prevedono la presenza del pubblico (con la sola eccezione degli atleti in gara), in stazione e nelle immediate vicinanze, nei mercati cittadini e in generale in tutti i luoghi all’aperto che facciano da cornice ad eventi a rischio assembramento.
Anche per la città della calzatura, come già per Busto Garolfo, Canegrate, Dairago, Legnano, Nerviano e San Giorgio su Legnano nelle scorse settimane, il giro di vite nelle misure anti-Covid è arrivato dopo «i numerosi incontri e monitoraggi sull’evoluzione della malattia tenutisi in questo periodo», su tutti la riunione del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica dello scorso 24 novembre, sul cui tavolo è stato passato al setaccio l’andamento della situazione epidemica nel territorio metropolitano milanese.
E vista l’evoluzione dell’emergenza sanitaria, il primo cittadino ha ritenuto «doveroso attivarsi al fine di sensibilizzare le persone presenti nella propria comunità territoriale al rispetto dell’obbligo di utilizzare in particolari condizioni di affollamento o di assembramento di persone, anche se in luoghi aperti, idonei dispositivi di protezione delle vie respiratorie», soprattutto in quegli «spazi aperti, caratterizzati per propria natura da una naturale tendenza ad essere frequentati da una moltitudine di persone», dove c’è anche «una concentrazione rilevante di persone anche anziane e fragili maggiore rispetto ad altri insediamenti sul territorio».
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