Volontari di Rho e Arconate morti sulla A14, chiesto il processo per il camionista accusato dello scontro
Chiesto il rinvio a giudizio per il camionista accusato di aver provocato l'incidente sulla A14 in cui morirono l'arconatese Federico Tonin e la rhodense Elisabetta Barbieri
Chiesto il rinvio a giudizio per il camionista accusato di aver provocato l’incidente sulla A14, all’altezza di Gradara, nel quale lo scorso febbraio persero la vita l’arconatese Federico Tonin e la rhodense Elisabetta Barbieri, staffettisti per le adozioni di cani e gatti impegnati proprio in un viaggio per accompagnare i passeggeri a quattro zampe dai loro nuovi padroni, e altre due persone rimasero ferite. Lo ha reso noto lo Studio3A-Valore S.p.A che assiste i familiari delle vittime. A seguito della richiesta della Procura di Pesaro, che fin da subito aveva aperto un fascicolo per omicidio stradale iscrivendo nel registro nelle notizie di reato il 24enne alla guida del camion, il GUP del Tribunale ha fissato l’udienza preliminare per il prossimo 18 gennaio.
Il mezzo a bordo del quale viaggiavano i volontari era partito prima dell’alba da San Severo, in provincia di Foggia. All’altezza di Gradara, intorno alle 5.30 del mattino, era però rimasto coinvolto in un impatto violento con due mezzi pesanti e per Federico Tonin ed Elisabetta Barbieri non c’era stato nulla da fare. Si era invece salvato come per miracolo Alessandro Porta, volontario di Busto Garolfo a sua volta impegnato nella staffetta verso il nord. A causa dello scontro aveva perso la vita anche uno dei cani in viaggio verso il Milanese, mentre gli altri animali a bordo erano stati tratti in salvo e poi accompagnati a destinazione da un camionista spagnolo che si era generosamente offerto di portare a termine il viaggio senza chiedere nulla in cambio.
L’incidente aveva lasciato incredulo e addolorato l’intero territorio, come dimostrano la pioggia di messaggi di cordoglio che era arrivata non solo dai comuni dove i due volontari risiedevano ma anche dal mondo dell’associazionismo e l’abbraccio collettivo che si era stretto intorno alle vittime e ad amici e familiari al momento dei funerali.
Foto in copertina da @enpaonlus
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