Canoni del gas non versati, dalla Corte Costituzionale “verdetto” favorevole ai comuni
La Corte Costituzionale, pronunciandosi sulla questione di incostituzionalità della norma che sancisce l'obbligo per il gestore di continuare a pagare il canone, l'ha dichiarata inammissibile
Dopo anni di battaglie politiche e giudiziarie, dalle aule della giustizia arriva un nuovo “verdetto” a favore delle amministrazioni per la vicenda che vede da anni i comuni di Bernate Ticino, Busto Garfolo, Cuggiono, Inveruno, Marcallo con Casone, Nerviano e San Giorgio su Legnano impegnati per fare chiarezza sui canoni dovuti per la gestione delle reti di distribuzione del gas dopo la scadenza dei contratti. Questa volta a segnare un punto per l’Alto Milanese è stata la Corte Costituzionale, pronunciandosi sulla questione di incostituzionalità della disposizione che ha messo nero su bianco nella legge di bilancio 2017 l’obbligo per il gestore di continuare a pagare il canone previsto dal contratto: la Consulta, infatti, nei giorni scorsi ha dichiarato inammissibile la questione.
La liberalizzazione del servizio di distribuzione del gas naturale è stata avviata nel 2000 e si è concretizzata più di 10 anni dopo, ovvero nel 2011, con la creazione dei cosiddetti ATEM, ovvero ambiti territoriali all’interno dei quali l’affidamento deve avvenire mediante una unica gara per tutti i comuni che fanno parte dell’ambito. Nel caso del Legnanese, l’ATEM comprende in tutto 39 Comuni, con Legnano che fa da capofila. Dalla modifica normativa è scaturito un allungamento dei tempi, con il risultato che molte amministrazioni si sono ritrovate alla scadenza della concessione.
E proprio qui è nato lo “scontro” con il gestore del servizio, ovvero 2I Rete Gas. Secondo le amministrazioni, infatti, gli appalti avrebbero dovuto proseguire alle stesse condizioni nel periodo di stallo dettato dal passaggio dalle singole concessioni alla gara unica per l’intero ambito; il gestore, invece, dalla scadenza in poi non ha più corrisposto ai comuni il canone, ritenendolo non dovuto. Decisione che aveva messo a dura prova le casse di più di un Comune, dando vita ad una battaglia passata sia dalle aule del Parlamento, con un emendamento alla legge finanziaria del 2017, sia da quelle dell’Autorità per il Gas e l’Energia, sia da quelle dei tribunali.
I primi due gradi di giudizio come dicevamo hanno già premiato i comuni, prima condannando 2I Rete Gas a pagare i canoni arretrati e poi respingendo l’appello presentato dal gestore. Ora la palla passerà alla Corte di Cassazione: 2I Rete Gas, infatti, ha presentato ricorso contro le sentenze d’appello e saranno quindi gli Ermellini a chiudere il cerchio. Ma fino ad allora le amministrazioni possono tirare un sospiro di sollievo guardando ai propri bilanci.
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