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Tris di proposte da Cerro Maggiore, Parabiago e Nerviano per le future Case di Comunità

Cerro Maggiore, Nerviano e Parabiago hanno deciso di presentare proposte rispetto all'indagine di mercato avviata per le future Case di Comunità

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Tris di proposte da Cerro Maggiore, Nerviano e Parabiago per le future Case di comunità, tasselli fondamentali su cui, insieme agli Ospedali di comunità, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nei prossimi anni intende rifondare la sanità territoriale andando oltre ai nodi critici che la pandemia ha messo in evidenza in tutta la loro portata.

Lo scorso 11 ottobre la giunta regionale guidata da Attilio Fontana ha fissato una prima pietra miliare approvando, dopo lo screening effettuato dalle singole Agenzie per la Tutela della Salute in collaborazione con le Aziende socio-sanitarie territoriali, l’individuazione di un lotto iniziale di strutture destinate alla riorganizzazione della rete territoriale, che complessivamente una volta a regime porterà alla presenza in Lombardia di di 203 case di comunità, 60 ospedali di comunità e 101 centrali operative territoriali.

Il provvedimento “varato” dal Pirellone ha dato il via libera agli interventi sugli edifici di proprietà del sistema sanitario regionale, mettendo nero su bianco la presenza a Legnano di un ospedale di comunità con casa della comunità nel vecchio ospedale di via Candiani, da anni destinato ad ospitare la Cittadella della Fragilità. Il prossimo step ora sarà quello di individuare immobili di proprietà degli enti locali nelle zone dove di edifici adatti già di proprietà del sistema sanitario non ce ne sono, e per questo nelle scorse settimane ATS Milano Città Metropolitana ha avviato un’indagine di mercato ad hoc, che è destinata a portare sul tavolo dell’Agenzia di Tutela della Salute almeno tre proposte dal Legnanese.

Gli undici comuni del nostro territorio sono infatti complessivamente divisi in tre ambiti, gli stessi che fanno da bacino ai cittadini per la scelta di pediatri e medici di medicina generale: uno formato da Legnano e Rescaldina, ovvero l’unico per il quale il quadro è già definito, uno composto da Busto Garolfo, Canegrate, Dairago, San Giorgio su Legnano e Villa Cortese e un terzo nel quale rientrano Cerro Maggiore, Nerviano, Parabiago e San Vittore Olona. E se per il secondo l’ipotesi più accreditata sembra quella del poliambulatorio di via XXIV Maggio a Busto Garolfo – anche se per ora si tratta solo di linee di progetto, e quindi di un punto di partenza e non ancora di un piano da attuare -, per quanto riguarda il terzo ambito al vaglio di ATS ci sarà più di un’opzione.

La prima a farsi avanti era stata Parabiago, che dopo aver incassato (non in silenzio) la bocciatura della candidatura del poliambulatorio di via XI Febbraio ha proposto come sede della futura Casa di Comunità il cosiddetto edificio a ponte di via Rosselli nell’area ex Rede, destinata ad essere oggetto di un importante intervento di rigenerazione urbana, dove potrebbero essere messi a disposizione circa 3.500 metri da destinare alle attività socio-assistenziali e sanitarie. Poi è stata la volta di Cerro Maggiore, che ha deciso di proporre all’Agenzia di Tutela della Salute l’ex Caserma dei Carabinieri in piazza Forze Armate. E infine ha deciso di provare a riportare i servizi sanitari primari sul proprio territorio anche Nerviano, con la nuova amministrazione che, ribaltandso la scelta della giunta precedente e ha proposto la vecchia scuola di Cantone.

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Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 26 Novembre 2021
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