Busto Garolfo, il piano di zonizzazione acustica ancora al centro dello scontro politico
Dai consiglieri Lunardi e Cardani ancora critiche rispetto al piano di zonizzazione acustica, ma per la maggioranza si tratta di una «polemica faziosa»
A pochi giorni da quando il consiglio comunale di Busto Garolfo sarà chiamato all’approvazione definitiva dell’aggiornamento del piano di zonizzazione acustica, è ancora polemica intorno al documento, che già nei mesi scorsi era finito al centro del dibattito politico cittadino. A puntare il dito contro il piano sono ancora una volta i consiglieri Sabrina Lunardi e Luigi Cardani, che già avevano votato – unici nel parlamentino – contro il piano al momento del primo via libera in consiglio comunale e che nei mesi scorsi avevano anche organizzato un incontro con la cittadinanza proprio su questo tema.
«Molti cittadini hanno protocollato varie osservazioni per evidenziare le loro perplessità in merito alle scelte di zonizzazione acustica, chiedendo di modificare il piano – sottolineano Lunardi e Cardani -. Lo scorso 15 novembre l’amministrazione comunale, in occasione della seduta della commissione Assetto e Territorio, per rispondere alle osservazione al piano, ha deciso di non consentire la partecipazione dei cittadini e ha rigettato tutte le osservazioni presentate. Nemmeno una è stata accolta o parzialmente accolta. Molte osservazioni sono inerenti al cambio di azzonamento delle vie interessate dal passaggio di innumerevoli autobus (fino a 150 bus giomalieri), in particolare le vie Bellini, Rossini, Randaccio. Villaggio Franca, Monte Bianco, Buonarroti, Carroccio, Curiel, Longoni e Busto Arsizio. Questo cambio di azzonamento acustico permette una rumorosità più alta rispetto al piano acustico attuale – aggiungono i due consiglieri comunali -. In altre parole, i residenti di quell’area del paese dovranno sopportare un rumore più elevato, prodotto dal passaggio degli autobus spesso completamenti vuoti. Inoltre, sono state rigettate anche le osservazioni riguardanti le aree agricole oltre canale e la richiesta di non consentire, con deroga del sindaco, l’aumento della rumorosità, fino a 70 decibel (limite previsto per le zone esclusivamente industriali), nelle aree individuate per fare feste, manifestazione e spettacoli vicine alle abitazioni».
Insomma, per Lunardi e Cardani ce n’è abbastanza per parlare di «assoluta mancanza di coinvolgimento e partecipazione dei cittadini nelle scelte strategiche del nuovo piano acustico» e di «arroganza e supponenza dell’amministrazione comunale, che aggira i problemi innalzando la tollerabilità del rumore anziché tutelare e garantire la salute dei suoi concittadini». Per la maggioranza, però, si tratta di «una polemica faziosa che punta a disinformare e confondere le idee ai cittadini» e non c’è stata nessuna mancanza di informazione dal momento che «sono state seguite tutte le procedure normative previste a questo scopo, rispettando rigorosamente le normative anti-Covid». «É proprio il caso di dire che “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire” e queste dichiarazioni sono un’ulteriore dimostrazione di come i consiglieri Cardani e Lunardi ignorino – o vogliano faziosamente ignorare – cosa sia il piano di zonizzazione acustica comunale – è la replica della prima cittadina Susanna Biondi -: si tratta di uno strumento di pianificazione che disciplina i diversi indici di tollerabilità dei rumori di ciascuna zona e prevede l’allineamento con lo sviluppo urbanistico del territorio. Il piano, infatti, dovrebbe essere aggiornato insieme ad ogni variante del piano di governo del territorio, cosa non fatta dall’amministrazione Pirazzini della quale Cardani non solo faceva parte, ma era addirittura assessore alla partita».
Il documento «non “autorizza” a fare più o meno rumore in una certa zona, ma stabilisce i limiti massimi di tollerabilità dei rumori rispetto ai ricettori, “fotografando” la situazione al momento della stesura in base agli sviluppi urbanistici e alle vigenti previsioni normative – continua Biondi -. Quindi è molto probabile che una zona possa passare da una classificazione ad un’altra se nel frattempo sono intervenuti dei cambiamenti urbanistici o viabilistici o se subentrano nuove norme. Il non aver capito questo punto fondamentale, forse perché Lunardi non ha partecipato alle commissioni in cui è stato discusso il piano stesso, ha innescato una serie di errori conseguenti che hanno generato ingiustificata apprensione nei concittadini che hanno presentato osservazioni senza però corredarle da motivazioni reali. Non dimentichiamo inoltre che il piano, come previsto, è stato inviato a tutti gli organi preposti e in proposito ARPA testualmente ha scritto “si ritiene che il piano di classificazione acustica del territorio comunale di Busto Garolfo sia stato predisposto in modo conforme a quanto indicato dalla l.r. 10.08.2001 n.13 e della deliberazione GR n.VII/9776 del 12.07.2002 […]”, quindi non sono state rilevate non conformità nella classificazione: significa che le zone definite dal piano sono coerenti alle disposizioni di legge per tipologia e destinazione d’uso. Dunque nessuna strada o zona del paese subirà un peggioramento acustico a causa del nuovo piano che si limita ad aggiornare la realtà attuale».
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