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Rescaldina, è ancora scontro sulle ciclabili tra maggioranza e centrodestra

Botta e risposta tra il consigliere comunale Ambrogio Casati e l'assessore Gianluca Crugnola sulle colonne del periodico locale "Partecipare"

Generica 2020

Ciclabili, sempre ciclabili, fortissimamente ciclabili. Nonostante se ne parli da anni, a Rescaldina le corsie dedicate alle biciclette continuano a fare da leit motiv al dibattito politico, e spesso anche alla polemica tra la maggioranza al governo del paese e l’opposizione di centrodestra, da sempre critica rispetto allo sviluppo della mobilità ciclabile voluto dalle giunte “targate” Vivere Rescaldina.

Il casus belli, questa volta, è una foto (in copertina all’articolo) inviata dal consigliere del Centrodestra Unito Ambrogio Casati al periodico comunale partecipale corredata dalla didascalia “no comment”, alla quale è seguita, sempre sulle colonne del giornalino cittadino, la replica dell’assessore Gianluca Crugnola. «L’immagine mostra un cartello (velocipede bianco su sfondo blu) correttamente posizionato indicante l’inizio pista ciclabile, la quale è percorribile in entrambi i sensi di marcia, come evidenziato dalla segnaletica orizzontale presente sul sedime stradale – ha sottolineato Crugnola -. I due cartelli di divieto di accesso (fascia bianca su sfondo rosso), anch’essi correttamente posizionati – per quanto uno sia stato purtroppo vandalizzato – indicano invece il divieto di accesso per gli autoveicoli. Quello posizionato in alto a sinistra evidenzia come le automobili non possano entrare nella parte di carreggiata dedicata alle vetture, mentre quello posizionato al centro della pista ciclabile con un panettone alla base indica che non è possibile accedere con una vettura all’interno della pista ciclabile».

«La pista ciclabile presenta una larghezza importante, nella quale per assurdo potrebbe anche entrata un’autovettura e che ha pertanto di fatto reso obbligatorio il posizionamento centrale del panettone – ha aggiunto Crugnola -. La separazione rispetto alla corsia dedicata alle automobili è marcata da un cordolo anch’esso di larghezza importante. La pista ciclabile, inoltre, finisce direttamente sull’incrocio tra via Pellico, Matteotti e Melzi, senza possibilità per le biciclette di avere un’area sicura, nella quale effettuare le operazioni di entrata ed uscita. Ecco, nel merito del perché la ciclabile sia così larga, perché il cordolo sia così largo e perchè non esista una zona sicura, si tratta di decisioni obbligate, imposte da Regione Lombardia al comune, a cui la giunta che ha realizzato l’opera si è dovuta attenere. Regione, infatti, avrebbe bloccato i finanziamenti di tutte le piste ciclabili del lotto in questione qualora non fossero state rispettate queste prescrizioni. Persino di fronte a richieste specifiche (come quella di garantire almeno uno spazio sicuro di manovra prima dell’incrocio o ridurre il cordolo), non è stato possibile trovare un riscontro positivo da Regione. Per ogni altra spiegazione in merito a queste scelte, quindi, invitiamo il centrodestra rescaldinese a chiedere lumi al centrodestra regionale, confidando che possano trovare risposte e spiegazioni, che a noi non risultano mai pervenute».

Che Crugnola abbia deciso di mettere i puntini sulle i, però, non è piaciuto al segretario cittadino della Lega, che non solo nella risposta vede una contraddizione («Se il panettone che supporta il divieto di accesso indica che “non è possibile accedere con una vettura all’interno della pista ciclabile” , allora ci dovrebbe essere all’inizio ed alla fine di ogni via in cui la pista suddetta si sviluppa, e invece non ci sono»), ma rispedisce anche al mittente le responsabilità addebitate al Pirellone. «La pista ciclabile così fatta, dice l’assessore, è “colpa” della Regione Lombardia – sottolinea Casati -. Figuriamoci se la Regione Lombardia impone ai comuni come e dove devono essere fatte le piste ciclabili. La verità è che la Regione Lombardia si è adeguata al progetto presentato dal comune di Rescaldina e ne ha addirittura finanziato l’opera con ben 364mila euro. Peraltro, se gli amministratori di Vivere Rescaldina non avessero ritenuto valido il progetto, chi impediva loro di non realizzare la pista? Inoltre l’assessore mi invita a rivolgermi a Regione Lombardia per chiedere ulteriori informazioni, ma io non ne ho bisogno, sono i cittadini rescaldinesi che necessitano di ulteriori informazioni sulle disastrose piste ciclabili di Rescaldina, e a loro l’assessore deve dare spiegazioni».

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Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 12 Novembre 2021
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