Elezioni, nel Legnanese débâcle del centrodestra tra urne vuote e sempre più sindaci donne
L'analisi delle elezioni amministrative sul territorio del Legnanese e del Rhodense
Non solo Roma, Milano, Napoli e Torino. Lo abbiamo scritto tante volte in questi mesi di campagna elettorale, e lo scriviamo oggi, all’indomani del ballottaggio che ha sancito l’elezione di Daniela Colombo a Nerviano, prima donna sindaco nella storia del paese, e ha scritto la parola fine sulla tornata elettorale anche per il nostro territorio. Lo scriviamo ancora una volta perché, se il voto è per definizione il termometro politico del territorio, il Legnanese e il Rhodense hanno messo nero nero su bianco di avere la stessa “temperatura” del resto dello Stivale, con Roma, Milano, Napoli, Bologna e Torino che sono andate al centrosinistra e Trieste unica tra i capoluoghi di regione che ha scelto ancora il centrodestra.
Le prime avvisaglie erano arrivate già lo scorso anno, con Legnano che dopo due anni targati Lega-Forza Italia-Fratelli d’Italia e un lungo commissariamento aveva scelto il centrosinistra: avvisaglie sulle quali pesava però lo “tsunami” politico e giuridico che ha travolto nel 2019 Palazzo Malinverni e a cui ha fatto da contraltare la vittoria quasi plebiscitaria del centrodestra a Parabiago. La tornata elettorale appena chiusa, però, di conferme ne ha portate altre. In primis da Rho, dove la vittoria di Andrea Orlandi e del centrosinistra era tutto sommato attesa ma che arrivasse già al primo turno non era scontato. Poi da Villa Cortese e Dairago, che hanno scelto di affidare per altri cinque anni il governo cittadino alle civiche di centrosinistra che erano già al timone del paese.
E l’ennesima conferma è arrivata ieri da Nerviano, dove più che il centrosinistra ha vinto il civismo – con una coalizione che politicamente parlando ha sicuramente più di un’anima – ma di certo ha perso il centrodestra tradizionale, con la Lega, primo partito in paese, che non è riuscita a fare da traino al sindaco uscente e ha dovuto scontrarsi da un lato con un 30% di voti in bilico che non è riuscita a portare a casa, complici probabilmente anche le schermaglie in avvio di campagna elettorale con le altre “anime” del centrodestra, e dall’altro con l’astensionismo.
E proprio l’astensionismo è l’altro grande elefante nella stanza all’indomani della tornata elettorale, con numeri che di fatto ascrivono il serbatoio del non voto a primo partito anche nel nostro territorio: a Nerviano, unico centro nel territorio interessato dal ballottaggio, alle urne per il secondo turno è andato meno di un elettore su due e al primo turno non era poi andata molto meglio in nessun comune della zona, con affluenze in già in netto calo rispetto a cinque anni fa. Per le comunali, che in genere per ovvi motivi sono più “sentite” dai cittadini, se non è un record negativo poco ci manca.
Nota di colore – ma neanche troppo – a margine della chiusura delle urne, il Legnanese si colora sempre più di rosa: sono cinque i comuni sugli undici che compongono lo spaccato territoriale che hanno scelto una donna come prima cittadina e arriviamo a sei su dodici se consideriamo anche Castellanza, che dal punto di vista amministrativo farà pure parte di un’altra provincia ma geograficamente e non solo ha più di un punto di connessione con il nostro territorio.
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