Confermata in appello la condanna a 4 anni per l’ex-dipendente Stie che picchiò il suo superiore
Anche la Corte d'Appello ha ritenuto si sia trattato di un tentato omicidio, l'aggressione avvenuta nel 2017 ai danni del dirigente della società di trasporti di Busto Arsizio
Regge in appello la condanna a 4 anni per tentato omicidio, nei confronti dell’ex-dipendente della Stie che mandò in coma un suo superiore colpendolo con un pugno. Il fatto avvenne nel 2017 nell’ufficio del dirigente, nella sede di Busto Arsizio. L’aggressione violentissima costò alla vittima settimane di coma e cure per le lesioni al volto.
L’avvocato dell’imputato, Davide Toscani, ha provato anche questa volta a chiedere la derubricazione del reato in lesioni gravi, convinto che si sia trattato di un momento d’ira da parte del suo assistito che non aveva intenzione di uccidere. Una volta lette le motivazioni dei giudici della Corte d’Appello valuterà se ricorrere in Cassazione.
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