A settembre l’assemblea per la messa in liquidazione di Accam, Rescaldina verso l’astensione
Centrodestra critico rispetto alla scelta della maggioranza di dare mandato al sindaco di astenersi o addirittura di valutare di non partecipare al voto
Accam ha le ore contate: dopo che nei giorni scorsi ha ufficialmente debuttato Neutalia, la società benefit che ha per soci Amga, Agesp e Cap Holding e si occuperà della gestione dell’impianto per l’incenerimento dei rifiuti di Borsano, ad inizio settembre i soci dell’Associazione Consortile dei Comuni dell’Alto Milanese saranno chiamati ad approvare la messa in liquidazione della società, la cui gestione negli ultimi anni è stata segnata dalle complesse vicissitudini giudiziarie legate all’inchiesta “Mensa dei Poveri” e dall’incendio di gennaio 2020 che ha causato danni per milioni di euro.
Al tavolo dei soci siederà anche il sindaco di Rescaldina, che insieme ai colleghi di Canegrate e di Castano Primo negli ultimi mesi è stato tra i più strenui oppositori di quello che definisce il «salvataggio» dell’impianto. E proprio in vista dell’assemblea Gilles Ielo, durante l’ultima seduta del consiglio comunale cittadino, ha chiesto al parlamentino mandato per «prendere atto dell’istanza di omologazione del piano di ristrutturazione del debito» ed «esprimere la forte contrarietà dell’amministrazione» rispetto al percorso che ha fin qui contraddistinto il cammino di Accam, astenendosi al momento della votazione o valutando l’opportunità di non partecipare del tutto al voto.
«Siamo sempre stati molto critici sull’evoluzione della storia societaria e del sito – ha spiegato il sindaco -. Per anni ci siamo detti contrari soprattutto al revamping e abbiamo sempre preso posizione per lo spegnimento dei forni. Già con la delibera approvata nel consiglio comunale a fronte di una mozione presentata da Movimento 5 Stelle auspicavamo sia la chiusura dell’impianto, sia la tutela degli interessi economici pubblici e le ultime vicende non vanno in questa direzione. In primis perché è stata costituita la NewCo Neutalia, una società partecipata da società pubbliche e quindi tecnicamente una società partecipata di secondo livello in cui non ci sarà un diretto controllo delle amministrazioni come invece avviene in una società di primo livello e questo ci lascia molto perplessi. Ma anche e soprattutto per la previsione di continuare ad incenerire rifiuti almeno fino al 2032, una prospettiva che a noi non piace e non va incontro a quel valore che abbiamo sempre cercato di portare, ovvero la salvaguardia della salute dei cittadini».
Le linee guida del mandato chiesto – e poi ottenuto – dal primo cittadino, però, non sono piaciute al centrodestra, che ha parlato di delibera «sibillina». «Scendiamo dalla nuvola ed affrontiamo la realtà – ha sottolineato il consigliere Ambrogio Casati -. Innanzitutto si presume che Neutalia, essendo partecipata da società pubbliche, avrà come priorità la salvaguardia della salute pubblica. In secondo luogo, i rifiuti che oggi vengono bruciati da Accam, dove li porteremmo? Girerebbero per la Lombardia centinaia di camion che scorrazzeranno da una provincia all’altra in cerca di un inceneritore o di una discarica, con inquinamento, traffico e rumore, per cui, invece di salvaguardare la salute pubblica, la danneggeremmo ancor più. Purtroppo la fatina con la bacchetta magica che fa sparire i rifiuti non c’è ancora: nell’attesa che la scienza o la tecnologia trovino un rimedio per questo problema cercheremo tutti di produrre, per quanto possibile, meno rifiuti, ma intanto ragioniamo con i piedi per terra e cerchiamo di scegliere il male minore. Se si vuole “incenerire” Accam e poi ci affidiamo ad Aemme Linea Ambiente (alla quale proprio durante l’ultima seduta consiliare il comune ha scelto di affidare in house la gestione del servizio di igiene urbana dopo l’acquisto di un “pacchetto” di quote di Amga, ndr), che porta i nostri rifiuti proprio ad Accam, direi che qualche incongruenza c’è negli amministratori di Vivere Rescaldina».
«E dei dipendenti di Accam vogliamo parlarne – ha aggiunto l’ex assessore -? Attualmente l’azienda occupa 17 dipendenti – che diventeranno subito 43 con l’entrata in funzione della Neutalia – solo considerando gli occupati diretti, ai quali si aggiungono i manutentori, gli addetti alla sicurezza, alle pulizie e quant’altro per un totale di circa 95 persone, con relative famiglie alle spalle. Un addetto all’inceneritore dove può trovare un altro posto di lavoro se non nello stesso settore? Teniamo anche presente i creditori, in genere artigiani e piccoli industriali, che vantano complessivamente circa 1,5 milioni di euro di crediti, che potrebbero essere indispensabili per loro. Inoltre, se non si addivenisse all’accordo, l’inceneritore non sparirebbe improvvisamente ma potrebbe essere acquisito da società private che lo gestirebbero nella maniera più proficua per loro. Nessun comune vuole l’inceneritore dei rifiuti sul proprio territorio, e men che meno una discarica, per la quale Rescaldina ha già dato ma la cruda realtà prevede che da qualche parte ci sia, almeno per il momento».
Dai banchi del centrodestra è arrivata anche la proposta di un emendamento per modificare la delibera in modo da dare mandato al sindaco di intervenire proponendo che la nuova società benefit «garantisca la tutela dell’ambiente» e il «mantenimento dell’occupazione se non l’incremento», proceda nel «più breve tempo possibile alla liquidazione di fornitori e creditori» e tuteli la «salute dei dipendenti e degli abitanti del territorio circostante». I cambiamenti voluti dal gruppo di minoranza, però, non è stato messo ai voti perché, come ha spiegato il presidente del consiglio comunale Massimo Gasparri, presentato fuori tempo massimo rispetto ai termini previsti dal regolamento.
E nemmeno le perplessità dell’opposizione hanno trovato sponda nella maggioranza. «La priorità di Accam/Neutalia non può essere la tutela della saluta dei cittadini perché la sua priorità è quella di smaltire rifiuti incenerendoli – ha replicato il capogruppo di Vivere Rescaldina Michele Cattaneo, al quale ha fatto eco il sindaco sottolineando come anche nelle società pubbliche che hanno costituito la NewCo non tutta la compagine dei soci sia d’accordo rispetto all’operazione -. Non pensiamo che l’inceneritore sia il male minore, né vogliamo l’inceneritore lontano dal nostro comune: la strada dell’incenerimento è una strada ormai anti-storica, tanti Paesi hanno già cambiato o stanno cambiando strada e stanno riducendo il numero degli inceneritori. Il revamping dell’inceneritore di Borsano, perché di questo si tratta, vuol dire che in Lombardia arriveranno anche i rifiuti del resto d’Italia dal momento che il numero di inceneritori in Regione è ridondante. Certamente l’indirizzo non può essere quello di tenere accesso l’inceneritore: l’opinione di questo consiglio comunale è sempre stata chiarissima in merito. Nella relazione per l’affidamento del servizio di igiene urbana ad Aemme Linea Ambiente, inoltre, il comune si riserva la facoltà di decidere dove andranno ad essere bruciati i rifiuti residui della nostra raccolta».
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