Busto Garolfo, ancora deserta l’asta per la ex Rimoldi-Necchi
Nessuna offerta per l'ex complesso industriale Rimoldi-Necchi: anche al terzo esperimento d'asta non si sono fatti avanti potenziali acquirenti
Niente da fare, anche a poco più di un milione di euro nessun compratore si è fatto avanti per la ex Rimoldi-Necchi di via Montebello a Busto Garolfo: oggi, giovedì 15 luglio, avrebbero dovuto essere aperte le buste per valutare le offerte presentate, ma di buste, anche stavolta, sulla scrivania del delegato alla vendita non ne è arrivata nemmeno l’ombra.
I quattro capannoni e i tre terreni che appartengono al complesso industriale, il cui stato di conservazione lascia purtroppo a desiderare, erano già stati al centro di due esperimenti d’asta: il primo alla fine di luglio dello scorso anno, quando si era partiti da una base di 1,6 milioni di euro, e il secondo a febbraio, con un prezzo ribassato di oltre 300mila euro. In entrambe i casi, però, all’apertura delle buste non ci si è nemmeno arrivati, perché proprio come è successo oggi non era stata presentata nessuna offerta.
Così il Tribunale di Busto Arsizio ci ha riprovato per la terza volta, e in questo caso sarebbero bastati 1.024.000 euro per aggiudicarsi l’area che per decenni ha ospitato l’allora colosso mondiale delle macchine per cucire. Lo sconto da oltre 200mila euro, però, non è servito ad aprire un nuovo capitolo per la ex Rimoldi-Necchi, nonostante l’avviso di vendita desse la possibilità di presentare offerte a partire da un minimo di 768mila euro: cifra che avrebbe già potuto valere l’aggiudicazione qualora non ci fossero state altre offerte né una «seria possibilità di conseguire un prezzo superiore con una nuova vendita».
Ora per l’area si profila un quarto ritorno all’asta con un ulteriore taglio del 20% per il prezzo minimo, ma contro la procedura finora più che l’aspetto economico ha pesato l’incognita legata all’impossibilità di avere certezze rispetto ai costi di bonifica dei terreni. L’area occupata dalla ex Rimoldi-Necchi, infatti, ormai da decenni, a corrente alternata, è al centro di polemiche legate all’inquinamento ed allo smaltimento dei rifiuti, tra provvedimenti del comune per la bonifica dei terreni ed interventi da parte dell’autorità giudiziaria. Tanto che di recente il comune ha deciso di affidare una consulenza stragiudiziale ad un legale esperto in materia ambientale per prendere una volta per tutte i provvedimenti necessari a sbrogliare la matassa che ruota intorno al complesso industriale, che negli anni si è fatta sempre più intricata per i diversi passaggi di proprietà che ci sono stati.
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