Parabiago, via libera in consiglio alla nuova società per gestire l’inceneritore di Borsano
Con il solo voto contrario del consigliere PD Giorgio Nebuoloni, il consiglio comunale di Parabiago ha dato il via libera alla nuova società che sostituirà Accam
Anche Parabiago dà il via libera alla creazione di una NewCo per la gestione dell’inceneritore di Borsano. Nelle stesse ore in cui, come già a Busto Arsizio, arrivava – non senza discussioni – l’ok del consiglio comunale di Legnano alla nuova società pubblica composta da Amga, Agesp e Cap che scriverà il prossimo capitolo di quella che fino ad oggi abbiamo conosciuto come Accam, anche nella città della calzatura il parlamentino cittadino approvava quasi all’unanimità il piano per il nuovo futuro dell’impianto.
«Come amministrazione abbiamo sempre evidenziato l’importanza di arrivare a chiudere il ciclo dei rifiuti, che sicuramente non può non comprendere anche la gestione dell’incenerimento dell’ultima frazione – ha spiegato il sindaco Raffaele Cucchi -. Grazie alla determinazione e all’impegno dei vari attori si è riusciti a far sedere a vari tavoli diverse società pubbliche e le amministrazioni comunali coinvolte per far comprendere l’importanza di portare il nostro territorio verso l’autonomia nella gestione dei rifiuti, cogliendo anche l’opportunità per giungere alla riconversione ecologica di un impianto che a causa di una serie di vicissitudini è nella situazione di oggi. Si tratta di un’operazione relativa non solo ai soci e alle amministrazioni, ma di territorio, di area vasta, il cui perno è la gestione pubblica. Costituendo questa società non vogliamo incrementare i rifiuti da incenerire, ma lavorare nel tempo alla riconversione ecologica dell’impianto passando attraverso nuove politiche».
Voto favorevole dai banchi del Partito Democratico. «Se da un lato era impensabile credere in un salvataggio di Accam, dall’altro era necessario superare Accam e cambiare modello di sviluppo – ha sottolineato Ornella Venturini, capogruppo PD -. Che Accam sia in crisi è un dato di fatto, ma non certo perché la tecnologia della termovalorizzazione sia inutile o stia uscendo dal mercato, tanto è vero che l’impianto rientra tuttora tra quelli dichiarati strategici a livello nazionale. Con questa proposta si sono messe le basi per condividere una visione di futuro: si è scelta la società benefit, forma giuridica virtuosa e innovativa, dove le finalità sono perseguite in modo responsabile, sostenibile e trasparente; si è scelta l’aria vasta, per favorire l’integrazione fra aziende, la condivisione di impianti e l’integrazione fra settori; si è scelta l’economia circolare che non si fa con le parole ma con gli impianti e con gli investimenti; si è scelto di valorizzare l’impianto in una rete integrata mantenendo il ruolo pubblico nella gestione dei rifiuti. Chiudere Accam non avrebbe voluto dire chiudere l’inceneritore, quindi credo che l’operazione di cui stiamo discutendo sia l’unica possibile».
Sulla stessa linea riParabiago. «Il piano di avvio della NewCo ha iniziato a mettere i punti su quali saranno le prossime tappe e quale sia la direzione che si vuole intraprendere – ha evidenziato il capogruppo Giuliano Rancilio -. Sappiamo che non è una decisione semplice, che non era l’unica, che esistevano delle decisioni alternative sostenute da parte dei nostri cittadini e dei cittadini della zona. Abbiamo sempre cercato di vagliare con attenzione le alternative possibili, e quello che viene proposto secondo noi è il cammino di maggiore interesse per la nostra zona. A far pensare che queste siano le basi per un percorso positivo anche in termini ambientali ed economici sono il fatto che la gestione del ciclo integrato da parte di una singola compagnia permetterà di superare il conflitto che attanagliava le società che si occupavano delle varie fasi del ciclo dei rifiuti nella zona con un’ottica di area vasta, e la forma della società benefit e pubblica, che permetterà di relazionare i cittadini in termini di benefici ambientali e di altra natura».
Unico voto contrario dal consigliere Dem Giorgio Nebuloni: «L’inceneritore per comune volontà di tutti i soci avrebbe dovuto essere dismesso nel 2017 – ha spiegato l’ex presidente Anpi -: con questo progetto si sposta per l’ennesima volta il termine di 15 0 20 anni e non so davvero se questa sia la decisione migliore. La scelta di una società benefit è sicuramente la migliore, e valuto in modo positivo l’indirizzo ben ricavabile dal progetto verso l’economia circolare, con nuove, moderne e in alcuni casi rare linee di recupero dei rifiuti, così come è apprezzabile l’efficientamento dell’impianto con il recupero di energia e la prevista estensione ed alimentazione delle reti di teleriscaldamento. Ma quasi tutti gli studiosi concordano che in Lombardia basterebbero quattro termovalorizzatori per soddisfare il bisogno e ce ne sono 13: perché salvare quello di Borsano? La NewCo per rendere economcia la gestione di un termovalorizzatore dovrà prendere rifiuti da un bacino assai più ampio rispetto a quello di Accam? L’operazione di scaricare i debiti di Accam su soci pubblici, se da una parte mette al riparo gli attuali soci da consistenti debiti fuori bilancio, espone i nuovi soci a tuti i rischi e le conseguenze del caso. Perché intestardirsi a recuperare un impianto obsoleto di cui non c’è bisogno piuttosto che fare solo linee per il recupero dei rifiuti e spegnere l’inceneritore? Le risposte non mi hanno per niente convinto, così come non mi convince l’ipotesi che se si lasciasse fallire Accam potrebbero presentarsi all’asta fallimentare dei privati e acquisire l’impianto».
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