Fanghi tossici, riParabiago: «Città preoccupata per la possibile vicinanza ai terreni colpiti»
Da RiParabiago un'interrogazione per chiedere informazioni alla giunta sul possibile coinvolgimento di terreni cittadini nell'inchiesta sui fanghi tossici
L’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Brescia sul traffico illecito di rifiuti che avrebbe portato allo sversamento di 150mila tonnellate di fanghi tossici contaminati da metalli pesanti, idrocarburi e altre sostante inquinante spacciate per fertilizzanti su 3mila ettari di terreni agricoli in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna finisce sul tavolo del consiglio comunale di Parabiago. La mappa divulgata dai Gruppo Carabinieri Forestale di Brescia, infatti, ha permesso di individuare tra i campi dell’Alto Milanese coinvolti nelle indagini anche alcuni terreni di Parabiago, Canegrate e Legnano, e così riParabiago ha deciso di farti portavoce delle preoccupazioni della città con un’interrogazione che sarà discussa durante la seduta del parlamentino di sabato 26 maggio.
Fanghi tossici dal bresciano: ecco la mappa dei campi contaminati nel Legnanese
«Da quanto emerso sugli organi di stampa, la mappa ad oggi divulgata relativa ai campi potenzialmente contaminati segnala il coinvolgimento di diverse zone agricole dell’Altomilanese tra cui terreni di Parabiago, Canegrate, Legnano, oltre a Magenta, Abbiategrasso, Bareggio, Boffalora, Rebecco e Mesero – spiegano i consiglieri comunali della civica, Giuliano Rancilio ed Elisabetta Croce -. I rischi in termini ecologici e di salute pubblica, se confermati, potrebbero assumere le dimensioni di un disastro ambientale e sanitario, come dichiarato dai rappresentanti lombardi e nazionali di Legambiente. La nostra comunità è particolarmente scossa e preoccupata dalla vicenda alla luce della possibile vicinanza a terreni trattati con sostanze nocive e della gravità dei contenuti dell’indagine pubblicati sulla stampa relativi a intercettazioni e al processo di composizione/sversamento dei gessi».
Tutti motivi che hanno spinto riParabiago a chiedere alla giunta guidata da Raffaele Cucchi di «fornire al consiglio comunale e quindi alla cittadinanza tutte le informazioni di cui è in possesso in relazione alla vicenda», compatibilmente con eventuali necessità di riservatezza legate alle indagini. Informazioni che vanno dai «potenziali rischi per la salute della popolazione» alla «valutazione o attuazione di azioni da parte della amministrazione comunale per la tutela sanitaria e ambientale e l’analisi della salubrità chimico-fisica dei terreni», passando dall’esistenza di segnalazioni al comune nel periodo delle indagini o anche successivamente su «esalazioni maleodoranti o altri fenomeni riconducibili alle caratteristiche delineate nell’indagine» e dall’intenzione di Piazza della Vittoria di costituirsi parte civile in un eventuale procedimento giudiziario, come ha già annunciato di aver intenzione di fare il Parco del Roccolo qualora risultassero coinvolti dagli sversamenti anche i terreni del polmone verde.
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