Giù la casetta del custode alla ex Sasit di Villa Cortese, l’opposizione: «Si poteva fare di più»
Dall'opposizione arriva una levata di scudi contro i costi che l'abbattimento della casetta del custode alla ex Sasist comporterà per le casse comunali
Fa discutere a Villa Cortese la situazione della casetta del custode all’ex Sasit. L’edificio, uno dei due che il piano originario per la riqualificazione dell’area dell’ex cotonificio prevedeva di conservare a futura memoria del passato manifatturiero del paese, ha un futuro ormai segnato da tempo e sarà demolito, e le condizioni dell’immobile recentemente hanno imposto a Piazza Carroccio di accelerare in questa direzione. Dai banchi dell’opposizione, però, arriva una levata di scudi soprattutto per i costi che l’abbattimento comporterà per le casse comunali e per le occasioni di recupero non sfruttate.
Villa Cortese, la casa del custode alla ex Sasit sarà demolita
«De Gasperi diceva che è cosa buona “cercare di promettere un po’ meno di quello che si pensa di realizzare in caso si vincano le elezioni” – sottolinea il capogruppo Alessandro De Vito -. Quando venne concordato il piano di bonifica dell’area ex Sasit avevo 15 anni, quando iniziarono i lavori ne avevo 18 ed oggi che ne ho 31 vedo da parte della stessa amministrazione di allora tante promesse disattese. I due terzi del progetto sono incompiuti e dei due elementi che si prometteva di salvaguardare come simboli del lavoro delle donne e degli uomini del nostro paese, ovvero la torre e l’edificio del custode, non ne resterà nessuno. Al contrario, la demolizione decisa ora e non all’epoca costerà ai cittadini qualche decina di migliaia di euro, quattrini che si sarebbero potuti usare altrove. Il piano prevedeva anche la creazione di una nuova strada a doppio scorrimento con due rotatorie per mettere in comunicazione via Alberto da Giussano e via Canova, ma dopo 14 anni non se ne vede nemmeno l’ombra. Ascoltare Enrico Letta forse va bene, ma prendere spunto da De Gasperi è certamente meglio».
«L’amministrazione andava fiera di “aver portato a casa” (cito le esatte parole che si trovano in un documento datato 12 maggio 2007 e reperibile sul sito del comune), rendendolo pubblico, lo spazio di fronte al Circolo Concordia, riuscendo a salvaguardare la torre piccola e l’edificio del custode come simbolo del lavoro delle donne e degli uomini del nostro paese. Ora: la torre a memoria credo sia stata abbattuta anni e anni fa. La casa del custode, lasciata all’incuria fino ad oggi, risulta pericolante e fatiscente e quindi destinata alla demolizione. Un vero peccato. Credo che in 14 anni si sarebbero potute trovare le opportunità economiche per conservarla come bene storico (bandi nazionali e non). Adesso ci troviamo nelle condizioni di dover anche spendere dei soldi per farla demolire».
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