Parabiago, alle Rancilio una colletta alimentare contro la fame nel mondo
Gli studenti della scuola Rancilio di Parabiago hanno organizzato e gestito in prima persona una colletta alimentare a favore della Caritas di Villastanza
Agenda 2030 e la fame nel mondo approdano in classe alla scuola secondaria di primo grado Rancilio di Parabiago, e gli studenti scendono in campo in prima persona con una colletta alimentare. Tutto è nato dagli alunni delle classi 2°A e 2°D, che discutendo in classe degli obiettivi di sviluppo sostenibile definiti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite si sono chiesti: «Perché, invece che parlarne a basta, non possiamo fare qualcosa?». Da cosa nasce cosa, e da lunedì 17 a venerdì 21 maggio il plesso scolastico ha fatto da cornice ad una colletta alimentare gestita in tutto e per tutto dai ragazzi.
Gli alunni delle due classi, guidati dai docenti, hanno presentato l’iniziativa ai compagni attraverso una serie di incontro e hanno gestito una vera a propria campagna di promozione preparando in prima persona le locandine. La raccolta, che andrà a beneficio della Caritas di Villastanza, è stata abbondante ma il risultato più grande per i ragazzi non sono tanto i generi alimentari donati, quanto l’essersi messi in gioco in prima persona, tanto che uno dei promotori ha spiegato che se l’iniziativa «avrà fatto crescere almeno qualcuno di noi, ne sarà valsa comunque la pena». «Davanti ad un problema enorme come la fame molte volte ci si sente schiacciati e si pensa di non poter fare niente – sottolineano dalla scuola -: dei ragazzi di seconda media hanno mostrato invece che in qualche modo è possibile prendere l’iniziativa e ripartire. E tutto questo genera speranza».
«Sapere di aver aiutato qualcuno – commenta uno degli studenti -, anche indirettamente, mi fa sentire bene e una persona migliore». «Sono stata molto contenta di aver organizzato la colletta alimentare – aggiunge un’alunna -, perché mi è stato utile per capire che aiutare è un gesto piccolissimo che non ci costa nulla, quindi perché non farlo?». E i ragazzi sono già pronti a rimboccarsi un’altra volta le maniche: «Mi piacerebbe molto riproporre qualcosa di simile – conclude uno dei promotori -, sia per compiere un gesto di bene sia perché è stata un’occasione per acquisire nuove consapevolezze».
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