Adriana: «Spero che tutto migliori. Ognuno di noi può fare la differenza, soprattutto noi giovani»
Storie di giovani in un anno di pandemia. Interviste di ragazze e ragazzi del territorio. Oggi ci racconta la sua esperienza Adriana, 27 anni, studentessa di scienze della comunicazione all'Università dell'Insubria
Young Covid è una rubrica nata per dare voce ai giovani che in quest’anno di pandemia non hanno avuto molte possibilità di esprimersi. Questo progetto del network V2 Media, di cui fa parte Legnanonews, è a cura della stagista Roberta Pariota, studentessa dell’Università degli Studi dell’Insubria.
Questa rubrica vuole puntare l’attenzione sui giovani, che hanno visto annullarsi dall’oggi al domani la loro vita ricca di socialità, luoghi di ritrovo con gli amici e dell’ambiente universitario. Vittime collaterali del covid lasciate in disparte quando in realtà saranno il futuro del nostro Paese.
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Adriana,27 anni, studentessa all’Università degli studi dell’Insubria in Scienze della Comunicazione. Oltre a studiare lavora per la Chiesa evangelica organizzando gli eventi e sistemando tutta la parte grafica e scenica.
Come hai vissuto l’emergenza sanitaria all’inizio? E ora?
All’inizio ho vissuto questa emergenza molto male, ho visto come la nostra vita è cambiata radicalmente, tanto che, salutarsi da lontano o con lo sguardo è diventata ormai un’abitudine. Ero spaventata da questa situazione anomala non sapendo bene contro cosa stavamo lottando. Ora ho imparato a convivere con le nuove regole e mi sento un po’ più tranquilla perché so come comportarmi. In ogni caso spero che tutto questo finisca presto per poter tornare a vivere ogni piccolo momento di gioia con tutte le persone a me più care.
Cosa ti mancava inizialmente? E ora, dopo un anno, cosa senti che ti è mancato maggiormente?
Ho sentito tanto la mancanza del mio ambiente universitario, seguire le lezioni in presenza, poter parlare e condividere momenti con le mie compagne, mi manca moltissimo il: “Ehi, ci sei oggi? ti tengo io il posto se arrivo prima di te!”, oppure tra una pausa e l’altra: “Prendiamo un caffè? Ma allo stesso tempo mi ritengo fortunata, per aver potuto passare momenti insieme alla mia famiglia.
Hai sempre rispettato le misure restrittive previste nei DPCM? Se no, perché? Che hai fatto?
Si, ho sempre rispettato le misure previste nei DCPM per tutelare anche chi mi stava vicino. La verità è che, più passa il tempo, più diventa difficile rispettare le misure perché abbiamo passato tanto tempo in queste condizioni. Cerco di mantenermi occupata nello studio, soprattutto in questo periodo, visto che sono all’ultimo anno della triennale.
Cosa farai appena ci sarà “vera libertà?”
Apprezzerò ogni cosa, anche quelle più futili: come il viaggio che ti porta a scoprire cose nuove, il caffè con gli amici facendo una chiacchierata, gli abbracci come dimostrazioni d’affetto, soprattutto alle persone che nei momenti di difficoltà mi sono rimaste vicine. Sicuramente mi concederò un viaggio, appena possibile, per svagarmi e ritrovare un po’ di relax e di carica per affrontare gli ultimi esami e la tesi.
Alla luce di quanto accaduto in questo anno, che idee ti sei fatto del futuro che aspetterà te ed in generale i tuoi coetanei?
Il fatto che noi giovani siamo più smart ha i suoi pro e contro, la tecnologia si è rivelata molto utile in questo periodo, è riuscita ad accorciare molte le distanze, ma allo stesso tempo ci toglie l’interazione personale, la quale non può essere sostituita, perciò, bisogna usarla con molta consapevolezza. Spero che col passare del tempo tutto migliori, ricordando che ognuno di noi può fare la differenza, soprattutto noi giovani.
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