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Nuova perizia per stabilire le cause dell’incendio in cui persero la vita le sorelle Agrati

La Corte di Assise di Busto Arsizio ha disposto una nuova perizia per tornare ad indagare le cause e la dinamica dell'incendio in cui morirono Carla e Maria Agrati

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Dovrà essere effettuata una nuova perizia per individuare «causa e dinamica dell’incendio» che nella notte tra il 12 e il 13 aprile 2015 avvolse l’abitazione al civico 33 di via Roma a Cerro Maggiore, togliendo la vita alle sorelle Carla e Maria Agrati. Lo ha deciso la Corte di Assise di Busto Arsizio, davanti alla quale è stata celebrata oggi, martedì 18 maggio, una nuova udienza del processo che vede imputato per l’omicidio delle due donne il fratello Giuseppe, unico superstite del rogo.

L’uomo, indagato da marzo 2019 dopo la riapertura dell’inchiesta disposta dalla Procura generale di Milano a seguito dell’opposizione presentata da un nipote delle due donne alla richiesta di archiviazione della Procura di Busto Arsizio, si trova in carcere ormai da un anno e mezzo e proprio oggi avrebbe dovuto sottoporsi all’esame della pubblica accusa e dei suoi legali per raccontare la sua verità e provare a scagionarsi. La difesa, però, nonostante la volontà di Agrati, che da sempre si professa innocente, di provare a scagionarsi davanti alla corte, ha scelto la strada del silenzio, fiduciosa rispetto a quanto emerso finora dal dibattimento.

Morte delle sorelle Agrati, il fratello imputato sceglie di restare in silenzio

Sul banco dei testi ha quindi preso posto oggi solo Massimo Mantero, specialista in psichiatria e in criminologia clinica che ha preso parte come consulente della Procura alle operazioni peritali che hanno portato a dichiarare Giuseppe Agrati capace di stare in giudizio. Che ha tratteggiato il profilo di un uomo che si è sottoposto al colloquio necessario alla perizia «con tranquillità, mostrando capacità di relazione» con gli esperti e «di focalizzazione sui temi su cui verteva l’accertamento, comprendendo la cornice legale» in cui quest’ultimo si inseriva e mostrando «fiducia nei suoi legali, una buona intelligenza e una buona cultura».

Dall’esame dell’imputato, insomma, non sono emersi «aspetti di deficit o infermità» ma, questo sì, delle «fantasie irrealistiche», una sorta di «compensazione» per un’esistenza in un certo senso rimasta «incompiuta» nonostante il «bagaglio culturale e l’intelligenze elevate». Agrati, come hanno raccontato alcuni testimoni, ha ad esempio sostenuto di aver avuto due figlie dalla sorella dell’attrice Jodie Foster, ma anche, come ha ricordato il consulente stesso, di essere stato un dipendente e non un «collaboratore poco retribuito» della casa editrice Mondadori e di soffrire di patologia cardiaca mai effettivamente riscontrata. Tutti «elementi poco verosimili con un impronta fantastica» che però riguardano il solo Agrati e non le relazioni con altre persone né con le vittime, rispetto alle quali non ha negato «qualsiasi acrimonia o qualsiasi odio» anche se potrebbe essere stato un tentativo di «allontanare sospetti».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 18 Maggio 2021
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