Nerviano, Bowling nel limbo: «Le norme non parlano di noi, quando potremo riaprire?»
Il Bowling Nerviano nei giorni scorsi ha riaperto sulla scia di musei e cinema ai quali è fiscalmente equiparato, ma è stato sanzionato e ora si affida alla Prefettura per conoscere il suo destino
Per il fisco sono alla pari di cinema e musei. Di loro, però, nelle misure anti-Covid messe in campo dal Governo ed entrate in vigore lunedì 26 aprile non si parla. Così 27 anni dopo il primo strike il Bowling Nerviano si trova in un limbo, che nei giorni scorsi gli è costato anche una sanzione da 400 euro, dal quale non sa se e quando potrà uscire e si affida alla Prefettura per sapere quale sarà il suo destino.
«Il bowling non è contemplato in nessun provvedimento – spiega la titolare, Daniela Primavera -. Dal punto di vista fiscale la nostra attività è equiparata a cinema e musei e proprio come cinema e musei emettiamo biglietti per l’ingresso: per questo nel momento in cui hanno dovuto chiudere loro, per senso civico e per logica abbiamo chiuso anche noi nonostante non fossimo espressamente menzionati. E ora che hanno riaperto abbiamo fatto lo stesso, ma siamo stati sanzionati. Con il verbale, però, non è stata disposta la sospensione dell’attività, e quindi abbiamo scritto alla Prefettura per sapere come ci dobbiamo comportare: nessuno sa dirci se e quando potremo riaprire, e se aspettiamo di essere nominati espressamente in un provvedimento temo che non riapriremo mai».
Il “giallo” sulla riapertura non è peraltro l’unico paradosso per le sorti del bowling. «Come attività sportiva per gli affiliati al Coni possiamo restare aperti anche in zona rossa – aggiunge la titolare -, ma se invece parliamo di attività di intrattenimento non riusciamo a capire come dobbiamo essere classificati». E in attesa che la matassa normativa venga sbrogliata, in via della Merlata si chiedono che risposte dare agli otto dipendenti dell’attività: «La nostra non vuole essere una polemica contro le Forze dell’Ordine – conclude Daniela Primavera -, ma ad oggi non so dire ai miei dipendenti, che sono con noi da oltre vent’anni, quando potremo riaprire e non si possono fare ipotesi sulla testa delle famiglie, è questione di correttezza. Rivendichiamo il nostro diritto di lavorare, anche perché ormai siamo chiusi dal 25 ottobre e per ripartire in sicurezza ci siamo dati regole precise per il distanziamento, con una capienza contingentata e la possibilità di giocare solo a piste alternate in modo da mantenere una distanza di cinque metri. Per poter rispettare le regole, devono dirci quali regole rispettare: se dobbiamo rimanere chiusi devono dirci almeno perché e fino a quando, anche per permettere una programmazione economica».
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