25 aprile, il Legnanese celebra la Liberazione
Il virus ha fermato i tradizionali cortei e le manifestazioni di piazza ma non ha impedito ai comuni del Legnanese di celebrare il 76° anniversario della LIberazione
È il 25 aprile 1945, inizia la ritirata dei soldati della Germania nazista e di quelli fascisti della repubblica di Salò da Milano e Torino dopo la ribellione della popolazione e l’insurrezione generale proclamata dai partigiani. Certo non bastò un giorno per segnare la fine dell’occupazione nazifascista in Italia, la guerra infatti continuò ancora per qualche giorno fino agli inizi di maggio. Ma il 25 aprile è una data simbolo, scelta come anniversario della Liberazione d’Italia il 22 aprile 1946, quando, su proposta di Alcide De Gasperi, che guidava il governo italiano provvisorio, il Re Umberto II, allora principe e luogotenente del Regno d’Italia, con un decreto legislativo luogotenenziale dichiarò il 25 aprile festa nazionale. La scelta fu poi ribadita da una legge presentata dallo stesso De Gasperi in Senato nel 1948 ed entrata in vigore l’anno successivo.
Oggi, per il secondo anno consecutivo l’Italia celebra la Liberazione dal regime nazifascista tra le misure restrittive adottate dal Governo per far fronte alla pandemia da Covid-19. Anche se il virus ha fermato i cortei, ha bloccato le manifestazioni di piazza e ha impedito ai cittadini di partecipare alle cerimonie per il 76° anniversario dalla data che segnò la fine del secondo conflitto mondiale, però, i comuni del Legnanese non hanno rinunciato a celebrare la ricorrenza.
Ovunque oggi risuona l’eco dei valori che hanno spinto quegli uomini e quelle donne a mettere in gioco la propria vita per la libertà di tutti, ma anche la consapevolezza della situazione di emergenza che il nostro Paese insieme al mondo intero sta vivendo da oltre un anno e del fatto che oggi come allora, quando la pandemia sarà alle nostre spalle e dovremo fare i conti con le conseguenze di una crisi che ormai da tempo non è più solo sanitaria ma anche sociale ed economica, saremo chiamati a fare i conti con la ricostruzione e con la necessità di far ripartire la società in cui viviamo su basi diverse.
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