Crisi Teva a Nerviano, l’azienda: «Faremo tutto il possibile per supportare i dipendenti»
L'azienda Teva ha precisato di essere disposta a supportare i dipendenti offrendo anche «condizioni di fine rapporto eque e competitive»
«L’azienda farà tutto il possibile per supportare i dipendenti nella ricerca di nuovi ruoli all’interno o all’esterno di Teva ed offrendo condizioni di fine rapporto eque e competitive». E questa la rassicurazione che arriva da Teva, la multinazionale israeliana che ieri (21 aprile) ha annunciato di voler chiudere, entro metà del 2022, il sito di produzione e confezionamento sterile di Nerviano, L’azienda oggi, 21 aprile, ha voluto chiarire la sua posizione rispetto al futuro dei dipendenti di Nerviano (350 quelli coinvolti) che, sottolinea «hanno fornito un grande contributo alle attività di Teva».
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La società ha dichiarato che il sito produttivo nervianese, negli ultimi anni, ha registrato un calo di volumi che ha portato a «costi di struttura non più sostenibili». Quindi, la decisone di chiudere i battenti a Nerviano, è per Teva il risultato della «strategia globale del network di Teva per salvaguardare l’efficienza delle proprie strutture operative globali, per garantire una capacità di produzione allineata alla domanda dei pazienti».
La proprietà è propensa a valutare le possibili manifestazioni di interesse per l’acquisto del sito, che «finora non si sono concretizzate – precisano da Teva -. Questa decisione non è correlata ad alcuna carenza o problematica relativa a performance, compliance o qualità del sito di Nerviano, ma al calo dei volumi che ha determinato un eccesso di capacità che rende i costi di questa struttura non più sostenibili». L’azienda ha inoltre precisato che continuerà a soddisfare «tutti gli obblighi commerciali e resta impegnata nei confronti dei pazienti e degli operatori sanitari in Italia e negli altri mercati, continuando ad offrire terapie di alta qualità di cui i pazienti hanno bisogno, per migliorare le loro vite».
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