Il campo da calcio di via Pascoli a Busto Garolfo porterà il nome di don Pierluigi Torriani, prete dell’oratorio di Busto Garolfo dal 1987 al 1995 il cui ricordo vive ancora oggi in paese per il ruolo di riferimento educativo e sociale che ha svolto per la comunità e per la generosità e la disponibilità con cui è sempre stato vicino soprattutto ai più giovani.

La proposta di dedicare il rettangolo di gioco a don Pier, come tutti lo hanno sempre chiamato in paese, è arrivata dall’associazione sportiva La Rete, che in questi anni ha fatto del calcio la chiave per portare avanti un progetto di condivisione ed integrazione e ha in concessione il campo, intitolato due anni fa, all’indomani di un importante intervento di riqualificazione, “Una rete per tutti”. Ed è stata subito accolta dal comune, che del campo vicino alle scuole Don Mentasti è proprietario.

«Lo sport in ogni sua disciplina e forma – agonistica, dilettantistica e amatoriale – rappresenta un valido strumento di coesione sociale e un grande mezzo educativo – spiega la giunta guidata da Susanna Biondi nella delibera con cui ha deciso di “ribattezzare” il campo di via Pascoli -, motivo per cui l’amministrazione comunale pone grande attenzione a tutti gli aspetti riguardanti le discipline sportive e gli impianti a disposizione della collettività». Su questi presupposti da Palazzo Molteni hanno quindi deciso di dare al rettangolo di gioco il nome di don Pierluigi Torriani «per la sua personalità che si è distinta per generosità e spirito di servizio, finalizzando le sue attività al sostegno e alla promozione dell’attività di gioco e di animazione per le generazioni giovanili, riconoscendo così alla sua figura la gratitudine dell’intera comunità per l’impegno profuso sul territorio comunale».

L’intitolazione del campo a don Pierluigi Torriani era stata in realtà proposta dalla società già dopo i lavori per il rifacimento del fondo in erba naturale, la realizzazione della nuova recinzione e il posizionamento di nuove panchine. Allora, però, per motivi burocratici non era stato possibile dare subito all’impianto il nome del prete: il sacerdote, infatti, dopo i primi anni di sacerdozio a Busto Garolfo, il passaggio a Cesano Maderno e la nomina a parroco a Vizzolo Predabissi nel 2005, è prematuramente scomparso a soli 48 anni nel 2011 e la normativa prevede che per l’intitolazione debbano passare almeno dieci anni dal decesso.