Villa Cortese, opposizione critica sulla variante PGT: «Scelte discutibili»
Per NuovaMente Villa c'è più di un punto debole nella variante al piano di governo del territorio di Villa Cortese approvato nell'ultima seduta
Consumo di suolo, ciclabili che attendono da anni di vedere la luce, il percorso per la rigenerazione dell’area ex Sasit ancora incompiuto. Per il gruppo di opposizione NuovaMente Villa c’è più di un punto debole nella variante al piano di governo del territorio di Villa Cortese approvata dal parlamentino cittadino durante l’ultima seduta consiliare a valle di un iter avviato dalla giunta a marzo 2019.
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«Prima di tutto abbiamo posto l’attenzione sulle richieste di varianti presentate da cittadini e imprese – spiega il gruppo di opposizione, con il capogruppo Alessandro De Vito e il consigliere Andrea Perini particolarmente critici verso la perdita dell’area verde soprattutto a fronte della presenza degli edifici abbandonati nel centro storico e del piano attuativo per l’area ex Sasit ancora in divenire -. Solo una è stata accolta: un terreno tra via De Gasperi e Via Padre Kolbe di proprietà della Fondazione Ferrazzi-Cova verrà convertito da agricolo a residenziale. Per farlo deve esserci un bilanciamento ecologico del suolo, ad esempio quando un’area agricola diventa edificabile un’altra area edificabile e quindi cementificabile, anche con un parcheggio, deve tornare agricola. Il nuovo complesso residenziale sorgerà su un’area di 8.600 metri quadri, più grande di un campo da calcio. Le aree che saranno riconvertite a verde, invece, non sono vere e proprie aree edificabili, ma spazi marginali attualmente destinati a servizi per la collettività. Nei fatti sono già spazi verdi inutilizzati, ad esempio la zona vicino al PalaVilla dove si trova l’antenna pubblica. Contrariamente agli obiettivi previsti dall’amministrazione all’interno del documento di piano, la volontà di limitare il consumo di suolo resta solo uno slogan: nella realtà dei fatti se ne ricava ampia dotazione a uso residenziale».
Poi l’area ex Sasit in via Alberto da Giussano, dove «resta ancora in stand by la conclusione dei lavori già avviati con il precedente PGT». «La convenzione tra comune e privato è stata prorogata di altri sei anni rispetto ai 10 concordati in scadenza nel 2021, notizia che abbiamo appreso in sede di consiglio comunale – aggiungono da NuovaMente Villa -. Nei fatti questo piano resta incompiuto, considerata la mancata realizzazione degli altri palazzi previsti. E restano incompiute soprattutto opere che venivano indicate come prioritarie dall’amministrazione per la viabilità della zona, ossia la bretella di collegamento tra via Canova e Via Alberto da Giussano e le due rotatorie che intrecciano via D’Azeglio, via Alberto da Giussano e via Canova. Vista la crisi immobiliare e il mancato sviluppo del progetto, serviva concedere nuove capacità edificatorie bruciando ulteriore suolo agricolo? A nostro avviso no».
Tra i sassolini nella scarpa dell’opposizione, critica anche nei confronti del bosco urbano previsto nelle vicinanze del cimitero («un’ottima idea promessa e ormai disattesa da oltre 15 anni»), fugurano anche le ciclabili. «Nel documento di piano si indica ormai da anni la volontà di realizzare un collegamento con Dairago su Via Pacinotti, ma anche in questo caso non esiste alcun progetto. Per quanto riguarda poi la pista di via Pietro Micca, nonostante il finanziamento ministeriale a disposizione e l’esborso di decine di migliaia di euro per il progetto, da ormai più di due anni la nostra piccola “Salerno Reggio Calabria” non vede la luce».
Dalla minoranza scetticismo sulla situazione di Piazza Carroccio, rispetto alla quale «le scelte urbanistiche recentemente approvate e attuate – sottolinea il gruppo, che pure ha apprezzato lo «sforzo dell’amministrazione per regolamentare gli edifici del centro storico» – difficilmente potranno essere recuperate». «Il centro storico odierno, pensiamo a Piazza Carroccio, è il frutto di scelte urbanistiche profondamente discutibili portate avanti dalle amministrazioni di sinistra degli ultimi vent’anni, concepito senza una logica d’insieme, su cui bisognerà intervenire – aggiunge De Vito, cui fa eco Perini sottolineando che «non c’è una chiara disposizione per quanto riguarda il centro storico» e definendo la piazza del comune «inguardabile» -. Pensiamo al palazzo municipale, una struttura completamente avulsa dal contesto circostante».
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