Vaccini anti-Covid, cento sindaci scrivono a Regione ed ATS. Radice: «Serve un’accelerazione»
Il sindaco di Legnano punta a favorire la somministrazione dei vaccini nelle farmacie cittadine e spera che l'hub di Cerro Maggiore venga portato a pieno regime quanto prima
Anziani ancora in attesa di essere chiamati per la vaccinazione o spediti a decine di chilometri da casa per la somministrazione, l’ombra della chiusura dei centri vaccinali nei territori, una campagna vaccinale territoriale che potrebbe affiancarsi a quella nei grandi hub. I problemi legati alla campagna vaccinale sono ancora tanti, e così 103 sindaci della Città Metropolitana di Milano hanno preso carta e penna e hanno scritto all’assessore regionale al welfare Letizia Moratti, al consulente Guido Bertolaso al direttore generale welfare Guido Pavesi e al direttore di ATS Walter Bergamaschi.
I primi cittadini hanno segnalato la presenza di molti anziani ancora in attesa di essere chiamati e hanno chiesto di ricevere gli elenchi delle persone che ad oggi non sono state vaccinate e non risultano nemmeno iscritte nelle piattaforma per verificare se la non adesione sia stata una scelta o sia una conseguenza delle difficoltà incontrate nella registrazione. I sindaci, inoltre, si sono detti preoccupati per la possibile chiusura dei centri vaccinali nei territori e hanno chiesto riscontri in merito alla proposta avanzata dal consiglio di rappresentanza dei sindaci di ATS di organizzare una campagna vaccinale territoriale da affiancare a quella dei grandi hub: campagna per la quale i primi cittadini sarebbero pronti a mettere a disposizione spazi e volontari per fare in modo che i medici di medicina generale possano vaccinare nel proprio territorio. Così come sarebbero disponibili ad intervenire nell’organizzazione del trasporto per quegli anziani non autonomi indirizzati in centri vaccinali lontani da casa.
Tra i primi cittadini che hanno chiesto a Regione e ATS un cambio di passo e di strategia in vista dell’avvio della campagna vaccinale di massa ci sono anche i sindaci di Busto Garolfo, Canegrate, Dairago, Legnano, Nerviano, San Vittore Olona e Villa Cortese. «Quello che succederà da qui in avanti sarà decisivo per determinare i tempi dell’uscita dalla pandemia – sottolinea Lorenzo Radice, primo cittadino di Legnano -: da qui l’esigenza di un’accelerazione. Proprio qualche giorno fa con i colleghi sindaci dell’Alto Milanese ho fatto mio l’appello rivolto dalle associazioni di volontariato che si occupano di disabili, del Forum del terzo settore e di alcuni privati cittadini ai direttori generale dell’Asst Ovest Milano e dell’Ats Città Metropolitana per avere certezze sulle date di inizio della somministrazione dei vaccini per questo particolare gruppo di persone fragili. Il problema è certamente complesso: se a monte c’è la questione della disponibilità dei vaccini, sul territorio a fare la differenza è l’aspetto organizzativo».
«Nel Legnanese, per le vaccinazioni, dalla prossima settimana sarà attivo esclusivamente il multisala di Cerro Maggiore, un hub che è importante al più presto portare a pieno regime con 1.500 vaccinazioni al giorno – aggiunge Radice -. In questo senso abbiamo dato la più ampia possibilità di sostenere con i nostri volontari il centro stesso. Ritengo inoltre sia giusto ed efficace abbinare punti di somministrazione più leggeri. Per questo m’impegno a dare sin d’ora la mia disponibilità a favorire in ogni modo la somministrazione vaccinale nelle farmacie della città e a supportare le iniziative di vaccinazione per i dipendenti delle aziende. E in questo il nostro comune è pronto a dare tutto l’aiuto possibile in termine di logistica. Anche dall’attivazione di questi canali passa la possibilità di vincere il prima possibile la lotta contro il virus».
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