Scuole chiuse, Rescaldina le apre per attività educative
Per supportare i più piccoli e le loro famiglie Rescaldina ha avviato un progetto educativo che, nel rispetto dei protocolli di sicurezza, permette per qualche ora al giorno ai più piccolo di ritrovarsi
Sono ormai 20 giorni che le campanelle delle scuole in Lombardia sono tornate silenziose. Prima la “zona arancione rafforzata” decisa dal presidente regionale Attilo Fontana, poi la “zona rossa” scattata per effetto dell’ordinanza del Ministro della Salute Roberto Speranza hanno riportato bambini e ragazzi dietro allo schermo del computer con il ritorno alla didattica a distanza.
Dai nastri colorati ai disegni, dai flash mob ai raduni, passando per cartelli e striscioni, in diversi comuni del Legnanese nelle scorse settimane genitori e studenti hanno chiesto a gran voce di poter tornare in classe, segnando un cambio di passo rispetto alla strategia che a distanza di un anno dal primo lockdown ha riportato al punto di partenza con una nuova chiusura. Nell’attesa del ritorno in classe, per supportare i più piccoli e le loro famiglie Rescaldina ha avviato un progetto educativo che, nel rispetto dei protocolli di sicurezza, permette per qualche ora al giorno ai più piccoli di ritrovarsi e dedicarsi ad attività ludico-ricreative.
Piazza Chiesa, subito dopo la comunicazione della nuova chiusura, aveva inviato una richiesta di chiarimenti al prefetto relativa alla legittimità proprio dell’eventuale istituzione di un servizio di supporto agli studenti e alle famiglie e dalla Prefettura è arrivato il via libera. Così, dopo un confronto tra l’amministrazione, i dirigenti scolastici e i comitati genitori, martedì 23 marzo il progetto educativo è partito e l’adesione è stata alta: sono infatti un centinaio gli studenti delle scuole dell’infanzia e 65 quelli delle scuole primarie che, ognuno nella propria scuola e divisi in gruppi omogenei in base alle sezioni di appartenenza, stanno usufruendo gratuitamente del servizio, rispettivamente dalle 9 alle 12 e dalle 14.30 alle 17.30, e continueranno a farlo fino a mercoledì 31 marzo.
«Siamo molto contenti e orgogliosi di quello che siamo riusciti a fare – spiega il vicesindaco, Enrico Rudoni -: abbiamo progettato in tempi rapidi una soluzione alternativa pensata nell’interesse dei ragazzi, che in questo periodo soffrono notevolmente le conseguenze dell’isolamento sociale, dando in questo modo anche un minimo di sollievo alle famiglie, che a loro volta si trovano nella non facile condizione di conciliare gestione familiare e lavoro. Insieme ai dirigenti scolastici e ai comitati genitori abbiamo deciso di non prevedere un numero massimo di posti disponibili e siamo riusciti ad esaudire tutte le richieste. Ci siamo confrontati con un mondo della scuola molto solidale, coeso e comprensivo e l’abbiamo apprezzato molto».
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