Dairago, il consigliere Rampazzo scrive al Prefetto: «In giunta non c’è parità genere»
Per il sindaco di Dairago le accuse del consigliere sono pretestuose. La prima cittadina ha ribadito l'intenzione di assegnare le deleghe al momento vacanti
«Da due mesi il sindaco dimentica di ricostituire la parità di genere in giunta». La “denuncia” sul mancato rispetto delle quote rosa nella squadra di governo di Dairago arriva dai banchi dell’opposizione: il consigliere Massimiliano Rampazzo, infatti, dopo aver sollevato la questione nell’ultima seduta consiliare, nei giorni scorsi ha scritto alla Prefettura di Milano, al Dipartimento per la Pari opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e al difensore regionale proprio per segnalare la situazione.
«Il 9 marzo il consiglio comunale di Dairago ha approvato – con il voto contrario dei consiglieri di minoranza per ragioni sia di procedimento, sia di merito politico – l’aggiornamento al documento unico di programmazione 2021-2023 e il bilancio di previsione per il triennio corrispondente – scrive Rampazzo nella lettera -. La deliberazione espressamente menziona, presuppone ed include ad oggetto alcuni provvedimenti deliberativi dell’organo esecutivo, come ad esempio la deliberazione di giunta comunale di adozione della nota di aggiornamento al documento unico di programmazione, i quali sono stati assunti in difetto del requisito prescritto dalla legge quanto alla composizione di giunta a rispetto delle quote di genere».
Le contestazioni mosse dal consigliere di opposizione partono dalle dimissioni rassegnate a metà gennaio dall’assessore esterno Monica Berna Nasca, entrata a far parte della giunta di Lorenzo Radice a Legnano: da quel momento, infatti, le deleghe che in precedenza le erano assegnate sono rimaste ad interim al sindaco, con il risultato che in giunta al momento l’unica donna è proprio la prima cittadina, affiancata dal vicesindaco Luca Tateo e dagli assessori Emanuele Brumana e Marco Mazzetti.
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Nella missiva inviata a Prefettura, difensore regionale e Palazzo Chigi il consigliere fa presente che la nomina del nuovo assessore non sia ancora arrivata nonostante nelle fila della maggioranza siedono al momento nel parlamentino cittadino tre consigliere, ovvero Mara Calloni, Moira Chiodini e Sara Silvestri, e all’interno della lista che aveva sostenuto la candidatura di Paola Rolfi nel 2016 tra i candidati figurasse anche un’altra donna, Maria Angela Olgiati. Senza contare la possibilità di procedere ad una nomina esterna, come peraltro era stato fatto proprio per l’ingresso in giunta di Berna Nasca. E per questo chiede alle autorità chiamate in causa di prendere i provvedimenti del caso, sollecitando l’amministrazione a provvedere.
Comunicazioni ufficiali dalle parti di via Chiesa non ne sono arrivate, ma intanto il sindaco Paola Rolfi respinge l’accusa al mittente. «Dal momento che il consigliere Rampazzo non ha inviato alcuna comunicazione all’amministrazione comunale, preferisco limitarmi a fare un commento su quanto accaduto nel corso dell’ultimo consiglio comunale tenutosi il 9 marzo, avente come unico punto all’ordine del giorno il bilancio di previsione – sottolinea la prima cittadina. In quella occasione, il consigliere Rampazzo, contestando gli atti approvati dalla giunta nell’attuale composizione, ha citato una sentenza del TAR dell’Umbria. In realtà tale sentenza, così come altre sentenze di tribunali amministrativi o Consiglio di Stato, si riferisce a casi in cui il sindaco ha nominato tutti i componenti della giunta, non riuscendo a rispettare la parità di genere. Questa non è certo la situazione di Dairago, dal momento che è mia intenzione nominare un assessore, nel rispetto della parità di genere della giunta. La nomina di un assessore è una scelta fiduciaria del sindaco, sulla quale non è chiamato a rendere conto a nessuno, tanto meno al consigliere Rampazzo».
«È il comportamento dello stesso consigliere Rampazzo a rivelare quanto la sua polemica sia pretestuosa – aggiunge Rolfi -: da un lato contesta e pone pregiudiziali sulla legittimità degli atti dell’attuale Giunta, dall’altro partecipa alla votazione degli stessi, riconoscendone di fatto la legittimità. Se credesse realmente in quanto sostiene, per coerenza avrebbe dovuto non partecipare al voto. Tutta la discussione sul bilancio di previsione si è concentrata su questo punto. Dalle opposizioni non è pervenuta nessuna osservazione, né alcuna critica al bilancio di previsione e questo testimonia, purtroppo, il loro disinteresse nell’affrontare il merito delle scelte che riguardano la comunità dairaghese».
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