Tante magliette bianche una dietro l’altra, tutte appese ad un filo, tutte con un messaggio, un disegno, una frase degli studenti che proietta metaforicamente i ragazzi verso l’ingresso della scuola, quell’ingresso che ancora una volta è chiuso a causa dell’emergenza sanitaria. La scuola secondaria di primo grado Rancilio di Parabiago non può tornare sui banchi, ma colora comunque la scuola con l’arte attraverso il progetto “#OnLIfe: un filo ma c’è”, per testimoniare che il filo reciproco dell’apprendimento che unisce docenti e studenti è più vivo che mai, anche a distanza.

La comunità scolastica ha installato nel cortile del plesso scolastico la propria creazione per «esprimere il senso di appartenenza a questo “luogo del cuore”, di condivisione della fatica di dover studiare e seguire le lezioni a distanza, consapevoli che nulla e nessuno può sostituire la forza e la bellezza delle relazioni in presenza».

«Mancano le battute, i discorsoni, i giochi, i progetti, il fare insieme – spiegano dalla scuola -. Si apprendono i contenuti, i metodi, gli strumenti, ma crescere come persone, con i nostri limiti da superare, con gli spigoli da smussare in un abbraccio, una pacca …un sorriso: non si può. Allora interviene l’arte: ciò che hanno fatto gli adolescenti della scuola “Rancilio” è stato proprio mettere in una frase, in un’immagine il loro sentire, il loro desiderio, trasformare un disagio in bellezza. Le loro magliette ad indicare le loro sagome, nel cortile della scuola, rivolte verso l’ingresso, che riportano sul retro questi loro messaggi. Attraverso i loro indumenti, loro si sentono presenti, ci sono, ci siamo! Tutti insieme! Ringraziamoli per la loro generosità».