«Vogliamo tornare a scuola»: a Rescaldina flash mob davanti alle scuole Alighieri
Flash mob davanti ai cancelli della scuola primaria Dante Alighieri di Rescaldina per chiedere la riapertura delle scuole e il ritorno in aula di bambini e ragazzi
Bandiere bianche perché la scuola non ha colore, mascherine integrali bianche per dare un segnale contro l’alienazione di bambini e ragazzi dettata dalla chiusura delle scuole, cappelli a cono d’asino per denunciare il rischio di dispersione scolastica, zaini, disegni, cartelle e campanelle che suonavano ad intervalli regolari. Domenica 21 marzo in 13 regioni italiane famiglie e insegnanti sono scesi in piazza per chiedere la riapertura delle scuole, e anche a Rescaldina il Comitato Genitori Alighieri-Ottolini ha aderito alla chiamata con un flash mob davanti alla scuola primaria di via Mazzini.
«Il flash mob – spiega Sara Batà, presidente del comitato – fa parte di un percorso iniziato la settimana scorsa davanti al comune che vogliamo riproporre con iniziative a cadenza settimanale, in presenza o virtuali, fino a quando le scuole non riapriranno, proprio per ribadire che tornare in aula, dopo quasi due anni di didattica a distanza, è necessario non per trovare un parcheggio per i bambini ma sia dal punto di vista contenutistico che dal punto di vista relazionale. Anche quando siamo stati ricevuti dal sindaco abbiamo sottolineato gli stessi concetti: non siamo incoscienti e comprendiamo le precauzioni che è necessario prendere, ma vorremmo che la scelta di eventuali chiusure fosse lasciata al sindaco e alle autorità che conoscono meglio il territorio e le sue caratteristiche».
Sono un’ottantina i genitori e i bambini che, distanziati e indossando la mascherina, davanti ai cancelli della scuola primaria Dante Alighieri hanno chiesto di dare priorità alla scuola. «Abbiamo apprezzato come comitato genitori il progetto educativo predisposto dal comune di Rescaldina per permettere ad alcuni bambini di prendere parte ad un programma ludico-ricreativo pomeridiano, sia come forma di sostegno alla didattica a distanza che come opportunità relazionale – aggiunge Batà -. Sappiamo che la responsabilità di queste scelte non è del sindaco, ma vogliamo che la voce dei genitori sia ascoltata, vogliamo essere coinvolti e chiediamo che ci vengano spiegate le motivazione che hanno portato alla decisione».
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