Assessore Auteri «No al video Signal for Help, non aiuta le vittime di violenza»
Anche l'assessore alla Cultura di Canegrate Giuseppina Auteri si associa alla richiesta formulata in questi giorni dai numerosi Centri Antiviolenza della zona e non solo
«Non divulgate il video Signal for Help, seppur fatto in buona fede, può diventare pericoloso». Anche l’assessore alla Cultura di Canegrate Giuseppina Auteri si associa alla richiesta formulata in questi giorni dai numerosi Centri Antiviolenza della zona e non solo.
«Sta circolando in questi giorni un video, Signal for Help, lanciato nell’aprile del 2020 dall’associazione Canadian Women’s e rilanciato in Italia da Giuditta Pasotto, fondatrice dell’associazione per genitori single, Gengle.it – Spiega Auteri -. Molti di voi l’avranno visto. A me è arrivato via social dalle persone più disparate, anche uomini, tutte convinte con la condivisione, di aver fatto un nobile gesto e di aver dato il proprio contributo contro l’aberrante fenomeno della violenza domestica che, ahinoi, si nutre e cresce con l’isolamento e il lockdown. Il video presuppone che al segnale parta un protocollo di intervento, ma non è così. Spiace dover riportare tutti con i piedi per terra, ma nella vita reale non basta fare un segnale magico per far accorre prontamente superman a salvarci. La situazione da risolvere è ben più complessa».
L’assessore ha ricordato che la messa in sicurezza di una donna maltrattata e degli eventuali figli, è un percorso che non si improvvisa in quanto richiede competenza e protocolli collaudati da parte di molteplici soggetti: Forze dell’ordine, centri antiviolenza, assistenti sociali e personale sanitario per primi. «Il video, soprattutto quello della Pasotto ormai virale, è stato certamente realizzato con le migliori intenzioni, scatena in noi quell’empatia che ci spinge a voler fare qualcosa per risolvere il problema, ma rischia di essere illusorio, mistificante, se non addirittura controproducente e questo preoccupa molte associazioni che si occupano di donne maltrattate – commenta Auteri -. Chi lavora quotidianamente per aiutare le vittime di abusi domestici sa quanto tempo occorra alle vittime per maturare il convincimento a rivolgersi ai centri antiviolenza o chiamare il 1522 e denunciare».
L’aiuto concreto per le donne viene dai centri antiviolenza. «Nel corso degli anni si sono strutturati in una rete valida ed efficiente, vedi la Rete Antiviolenza Ticino-Olona, a cui i nostri territori fanno riferimento, per lavorare in sinergia. Il loro è un lavoro competente, silenzioso, discreto, per garantire la sicurezza delle persone che vi si rivolgono per chiedere aiuto – precisa l’assessore -. Aggiungo che la Rete Antiviolenza da qualche tempo collabora anche con quelle associazioni che si occupano specificatamente dei maltrattanti: di quelle persone che su base volontaria, in carcere, scelgono un percorso di recupero. Le situazioni sono complesse e richiedono fondi statali e regionali adeguati, con garanzie per gli stanziamenti che possano consentire progetti di intervento a lungo termine».
Quindi cosa fare per aiutare chi è vittima di maltrattamenti, non solo fisici, e stalking? «Semplice i numeri da chiamare attivi a livello nazionale sono: numero verde antiviolenza e stalking attivo 24h/24: 1522 per le emergenze (ambulanza, forze dell’ordine): 112 reperibilità telefonica 24h/24 Rete Ticino Olona: 329.5870862 – ricorda l’assessore Auteri -. A livello locale è operativo il Centro Antiviolenza Filo Rosa Auser in via XX Settembre, 30 Legnano telefono 348 321 2482, con le seguenti aperture: martedì, giovedì e sabato dalle 10.00 alle 13.00. Mercoledì e venerdì dalle 16.00 alle 19.00».
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