“Mamma, non vedo niente”, “Mamma, non sento la maestra”, “Mamma, non riesco a connettermi”. Frasi come queste erano entrate a far parte della quotidianità di tante famiglie italiane la scorsa primavera, quando la scuola ha “traslocato” a casa e le lezioni hanno iniziato a fare rima con didattica a distanza. E in queste settimane sono potentemente rientrate nella realtà di genitori e bambini di buona parte della Penisola, dopo che le ultime misure anti-Covid approvate dall’esecutivo hanno segnato il ritorno alla scuola da remoto per 8 studenti italiani su 10. Le difficoltà non mancano, e anche nel Legnanese nei giorni scorsi grandi e piccini hanno dato voce al desiderio di tornare in classe con disegni, cartelli, video e raduni davanti ai cancelli chiusi dei plessi scolastici.

Oggi a dare voce alle difficoltà di studenti e genitori della zona è una classe dell’istituto comprensivo Manzoni di Parabiago, i cui genitori chiedono aiuto per i figli che «non ce la fanno più a stare davanti ad un computer per fare DAD», sottolineando le difficoltà con cui combattono ogni giorno e le difficoltà di “incastro” tra didattica a distanza e lavoro che spesso li mettono di fronte alla scelta tra «non perdere il posto di lavoro e far fare didattica a distanza». «I nostri figli hanno sempre rispettato le regole portando la mascherina per 6/8 ore al giorno, igienizzando le mani di continuo, mantenendo la distanza tra i banchi. Eppure non è bastato. Ma non si può chiedere loro di più. La didattica a distanza non è scuola: i bambini devono imparare a confrontarsi con i loro compagni, con le loro maestre, con il mondo, e davanti ad un pc questo non è possibile».

L’ultima parola la scrivono proprio loro, i giovanissimi studenti, con un video dove mostrano cartelli più che eloquenti: “Giù le mani dalla scuola”.