Giornata in memoria delle vittime delle mafie, a Parabiago Rita Dalla Chiesa e Giuseppe Antoci
Parabiago ricorda le vittime innocenti delle mafie con Rita Dalla Chiesa e Giuseppe Antoci in una puntata speciale di Filo Diretto domenica 21 marzo alle 21
Parabiago ricorda le vittime innocenti delle mafie con Rita Dalla Chiesa e Giuseppe Antoci in una puntata speciale di Filo Diretto domenica 21 marzo alle 21 sul canale YouTube Città di Parabiago e sulla pagina Facebook Parabiago Città, per far «conoscere meglio le infiltrazioni mafiose, le difficoltà nel contrastarle, oltre ad ascoltare cosa significhi vivere il dolore della perdita violenta a causa dell’impegno per la lotta contro questa piaga».
Rita Dalla Chiesa, giornalista e conduttrice televisiva, racconterà il coraggio di suo padre, il generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, che negli anni ’70 ha combattuto le Brigate Rosse arrivando fino ai vertici del terrorismo nella vicenda Moro per poi essere nominato prefetto di Palermo nel 1982 ed essere ucciso pochi mesi dopo nell’attentato di via Carini, ricevendo la medaglia d’oro al valore civile alla memoria. «Papà pensava che la giustizia potesse risparmiare tutto il lurido che è venuto fuori dopo – spiega Rita Dalla Chiesa -. E come lui anche tanti altri hanno operato e stanno operando con un elevato senso di legalità e giustizia, come lo stesso Antoci, persone che ci aiutano a non aver paura di fare nomi. La mafia è vigliacca, perché fa leva su questa paura, la gente non ne vuole parlare, ecco l’importanza del valore di questi uomini che non combattono la mafia, ma difendono il diritto di esistere in modo giusto delle persone per bene. È sempre difficile per noi scendere a Palermo e stringere delle mani che non sappiamo mai se sono unte o pulite. A Palermo ci sono tante mani pulite e sono quelle dei giovani e di persone per bene che, però, non vengono ascoltate, occorre perseguire e non avere paura».
Giuseppe Antoci, ex presidente del Parco dei Nebrodi dove ha introdotto un protocollo di legalità (Protocollo Antoci) che tutelasse gli agricoltori onesti, prima esteso alla Sicilia e poi recepito dal Nuovo Codice Antimafia votato in Parlamento nel
2017, è stato vittima di un attentato mafioso e ha ricevuto molteplici premi, riconoscimenti ed onorificenze nazionali ed
internazionali tra cui quella di Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Con lui si rifletterà intorno a vicende importanti citando nomi di famiglie mafiose e raccontando del suo attentato e
di cosa abbia voluto dire. «Ci sono momenti in cui una persona decide come morire – sottolinea Antoci -. Può morire in un attentato di mafia oppure, se non fai questa scelta, allora decidi di morire ogni giorno davanti allo specchio e quando guardi le tue figlie». Nel corso della serata Antoci parlerà anche di quando a 14 anni ha ricevuto la notizia della morte del generale Dalla Chiesa: «Mi trovavo a casa con i miei genitori e un comandante della compagnia locale che ricevette la telefonata con la notizia dell’attentato al generale Dalla Chiesa. Non scorderò mai l’espressione del volto di quel comandante, un episodio che mi ha decisamente segnato e formato».
«Averli ospiti a Filo Diretto è un onore, soprattutto conoscendo la loro vita intensa – commenta l’assessore alla cultura Barbara Benedettelli -. Sono contenta non si stanchino mai di parlare delle vicende dolorose che li coinvolgono, perché facendolo ci coinvolgono nella lotta al diritto di legalità che appartiene alle persone oneste. Ne abbiamo bisogno!». «Le istituzioni hanno una responsabilità importante nel ruolo della legalità – le fa eco il primo cittadino Raffaele Cucchi -: quella di non vanificare l’impegno e il sacrificio di coloro che rischiano la vita per garantire a tutti noi il diritto di agire secondo giustizia. Una serata ricca di contenuti su cui riflettere che invito a seguire domenica sera sui nostri canali social istituzionali. Un sentito ringraziamento all’assessore Benedettelli che ha permesso questo incontro e ai nostri due ospiti per il loro contributo».
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