Scuola dell’infanzia di Rescalda, M5S: «Un mutuo da un milione di euro non è una passeggiata»
Movimento 5 Stelle di Rescaldina critico rispetto al progetto per la riqualificazione della scuola dell'infanzia di Rescalda presentato in commissione nei giorni scorsi
Cambia il progetto, cambiano i costi, ma non cambiano i dubbi delle opposizioni sul progetto che coinvolge la scuola dell’infanzia di Rescalda, presentato in commissione la scorsa settimana. L’idea era nata nel 2018, quando l’allora giunta Cattaneo aveva partecipato ad un bando regionale chiedendo un finanziamento per una nuova scuola dell’infanzia nella frazione, da realizzare in continuità con la scuola primaria con cui tuttora la materna condivide gli spazi. Da subito però dai banchi dell’opposizione si erano sollevate vivaci proteste, sfociate in un esposto alla Corte dei Conti. Complice anche il contributo mai arrivato dal Pirellone, negli anni il progetto è cambiato, modellandosi in una riqualificazione della struttura attuale con piccoli ampliamenti per un costo inferiore alla metà dei 2,2 milioni di euro inizialmente preventivati. Ma le perplessità delle opposizioni sono ancora (quasi) tutte lì.
Aule colorate, spazi gioco e ingresso separato nel futuro della scuola dell’infanzia di Rescalda
«La questione va valutata nella sua interezza e nel contesto totale, non basta concentrarsi sulla necessità tecnica dell’opera – sottolinea il Movimento 5 Stelle -. Il comune è già proprietario di una struttura scolastica a pochi metri dalla scuola primaria, oggi occupata da una scuola materna privata. La convenzione tra il comune e la privata, scaduta poco prima delle ultime elezioni, è stata rinnovata per quattro anni, con la scuola privata che ottiene lo stabile al prezzo di circa mille euro l’anno (poco meno dell’affitto di un box). La convenzione, della durata di quattro anni, scadrà tra due ed il comune tornerà in pieno possesso dello stabile. Ha senso tutto ciò? Essere proprietari di una struttura che alla comunità servirebbe e darla in affitto simbolico per poi costruirne una seconda? E se è vero che lo stabile dato in affitto simbolico andrebbe ristrutturato, è altrettanto vero che la spesa sarebbe inferiore al quasi milione necessario per il nuovo progetto. Ma non basta. Il comune è anche proprietario di una seconda struttura, anche questa ex materna, anche questa a pochi metri dalla primaria, cioè l’ex asilo di via Baita, che, anch’esso, poco prima delle elezioni è stato messo a bando e assegnato come sede alla Pro Loco, a costo zero. In sostanza, due strutture che il comune ha ceduto pro bono o quasi, evitando di rimetterle in sesto, per poi costruirne una nuova. Ha senso tutto ciò? E se le strutture date a terzi al comune non servono, ha senso mantenerle, conservando quindi gli oneri delle manutenzioni straordinarie?».
I dubbi dei pentastellati però vanno oltre, e tornano a coinvolgere il “vecchio” progetto. «Come è possibile che fino a poco tempo fa non era possibile spendere meno di 2,2 milioni di euro mentre ora con meno di uno si possono coprire tutte le esigenze? Ci è stato detto che il primo progetto era stato modellato per tentare di soddisfare tutti i requisiti previsti dal bando, inserendo quindi opere che nel progetto attuale sono state rimosse perché non necessarie. Ma se avessimo vinto il bando quindi avremmo costruito opere non essenziali, come noi abbiamo fatto presente da subito? Forse che i bandi non sono finanziati dai soldi dei cittadini? Oppure era solo uno spot elettorale? Il comune che ha più scuole materne che bambini, ma pensa di costruirne ancora una, non può esimersi dal mettere in fila tutte le questioni e valutarle complessivamente, proponendo soluzioni e percorsi che risolvano tutti i problemi e non solo uno, perché un mutuo da un milione non è una passeggiata di salute. Siamo abbastanza lontani dalle prossime elezioni, possiamo farlo».
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