L’uomo dei fiori di Canegrate trova il suo “erede” a Castelbuono e la comunità rifiorisce
Mario Prestianni, meglio conosciuto come L’uomo dei fiori di Canegrate, commenta quanto fatto da un gruppo di cittadini di Castelbuono, sua città di origine, che si sta adoperando da diversi mesi nel recupero naturalistico di spazi pubblici
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«Io non posso che essere fiero per quanto stato fatto» così Mario Prestianni, meglio conosciuto come L’uomo dei fiori di Canegrate, commenta quanto fatto da un gruppo di cittadini di Castelbuono, sua città di origine, che si sta adoperando da diversi mesi nel recupero naturalistico di spazi pubblici. Questi cittadini, guidati da Antonio Prestianni, parente di Mario, ideatore del progetto castelbuonese che ha realizzato aiuole, riparato i marciapiedi e ripulito dalle erbacce in via delle Madonie, ha seguito l’esempio dell’uomo dei fiori, che ha reso bella il paese dell’Alto Milanese con la sua creatività.
A lodare l’iniziativa è anche Mario Cicero, sindaco della cittadina siciliana, abbellita dai suoi concittadini anche con simboli natalizi, come l’albero di Natale, per le strade: «Possiamo essere fiduciosi, che anche in questo momento storico, dov’è più facile vedere prevalere l’egoismo e l’individualismo, vi è una luce di speranza per una società più equa e solidale – ha scritto il primo cittadino – Grazie per quello che avete realizzato, ma principalmente per l’inversione culturale avviata, che vede voi protagonisti, mentre il Municipio rimane disponibile a collaborare, senza invadere il vostro spassionato ed entusiasmante senso civico».
La comunità canegratese ha imparato a conoscere Mario Prestianni con le sue iniziative di abbellimento di strade, vicoli, aiuole della città: è la sua la rivoluzione della bellezza. L’uomo dei fiori spiega che la sua prima battaglia partì quasi 34 anni fa, quando passeggiando per le strade di Castelbuono si accorse della mancanza di pattumiere per le strade. Nonostante fosse lì in vacanza, si recò dal sindaco di allora per presentare il problema e la sua testimonianza fu da spinta all’installazione di raccogli rifiuti per tutta la città. Quando tornò l’anno successivo, però, si accorse del poco senso civico che accompagnava quel progetto positiva: «I cestini erano pieni, stracolmi di porcherie anche per terra. Non ho resistito un giorno: l’indomani dal Sindaco mi lamentai del fatto, suggerendo che al posto dei rifiuti, per accogliere meglio i turisti e i paesani, io avrei messo dei fiori. Non potrete mai immaginare la gioia che ho avuto l’anno dopo entrando in paese con la macchina: ogni venti metri una fioriera in legno che si armonizzava perfettamente con il paesaggio montano».
Prestianni sottolinea infine come ognuno di noi abbia delle potenzialità che se usate per il bene comune, possono contribuire a una convivenza quotidiana più serena e armonica.
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