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Comuni “blindati” a Natale e Capodanno, Cecchin: «Misure dolorose, ma usiamo il buon senso»

Per il sindaco di San Giorgio Walter Cecchin non abbandonare i genitori anziani e soli va considerata una necessità, ma va anche fatto con buon senso e limitando i presenti agli incontri

Walter Cecchin

Comuni “blindati” a Natale, Santo Stefano e Capodanno: il decreto firmato ieri, giovedì 3 dicembre, dal presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte ha vietato gli spostamenti tra comuni il 25 e 26 dicembre e il 1° gennaio. Ci sarà come sempre la possibilità di muoversi per motivi di lavoro e per quelli che rientrano nello stato di necessità, e proprio nello stato di necessità potrebbero essere fatte rientrare delle deroghe, come la possibilità di fare visita ad anziani o parenti soli. Nodi che verranno sciolti con i chiarimenti che arriveranno come ormai d’abitudine nelle prossime ore, ma che intanto hanno già iniziato a far discutere.

Non sono infatti mancate le critiche dei presidenti di Regione, in primis da parte del governatore lombardo Attilio Fontana che ai microfoni di Mattino Cinque ha definito lo stop agli spostamenti «una limitazione discriminante nei confronti di chi vive in un piccolo comune, di genitori e figli che magari abitano a poche centinaia di metri ma sono divisi da un confine comunale, ma anche di quelle attività commerciali, ristoranti, bar che se si trovano in un piccolo comune non hanno la possibilità di ricevere ospiti rispetto a quelli che si trovano in una grande città e questa possibilità ce l’hanno». Le obiezioni del numero uno del Pirellone riguardano soprattutto i «tanti anziani che magari non hanno la possibilità di incontrare i propri cari nelle festività natalizie».

Per sciogliere il nodo, ancora una volta la chiave sarà il buon senso per Walter Cecchin, presidente della Conferenza dei Sindaci dell’Alto Milanese e primo cittadino di San Giorgio su Legnano, uno dei comuni più “piccoli” per dimensioni della Città Metropolitana anche se non dei meno popolati. «Il Natale è per tradizione un momento di incontro – sottolinea Cecchin -, ma penso sia corretto che in questo momento gli incontri vengano limitati il più possibile, anche perché abbiamo visto che proprio i nuclei familiari spesso si sono rivelati un motore per la diffusione del virus: permettendo quei momenti conviviali che ci piacerebbero tanto, potremmo finire per incrementare il numero dei contagi, danneggiando le persone più fragili. Quello che ci viene richiesto è di adottare delle precauzioni, ma dovremo farlo con buon senso: sono convinto che non abbandonare i genitori anziani, che vivono magari da soli, sia una necessità, ma andrà fatto limitando il numero di persone presenti all’incontro. È un sacrificio ma speriamo che nel prosieguo ci porti ad essere più sereni».

Per ristoranti, bar e attività commerciali, invece, il vero fulcro della questione è la ripartenza più che il numero di coperti che potranno accomodarsi a tavola il giorno di Natale e che potrebbe secondo Fontana discriminare le attività che si trovano nei piccoli comuni, anche perché «ristoranti, bar e attività simili sono normalmente in numero proporzionato rispetto alla popolazione del comune – continua il sindaco di San Giorgio su Legnano -. La vera domanda è se le persone andranno al ristorante: quello contenuto nel DPCM è uno spiraglio per un settore che in questo momento può lavorare solo con l’asporto e le consegne a domicilio, ma non so quanto potrà essere effettivamente utile. Quello di cui le attività avrebbero veramente bisogno è una ripartenza come quella che c’è stata tra la prima e la seconda ondata, quando le persone erano tornare ad avere voglia di uscire e non avevano paura di frequentare questi locali».

Di certo, la poltrona di Giuseppe Conte è quella che in questo momento “scotta” di più in tutta Italia. «A nessuno fa piacere prendere queste decisioni e farlo è veramente molto difficile, soprattutto in questo periodo di festa – conclude Cecchin -. Quelli a cui siamo chiamati sono accorgimenti che da un lato fanno male, ma dall’altro cercano di evitare che la pandemia dilaghi: il Covid è una malattia subdola che non guarda in faccia nessuno. Abbiamo visto che i provvedimenti adottati stanno piano piano riportando la curva epidemiologica a livelli gestibili, e sono convinto che sapremo essere cauti e usare il buon senso».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 04 Dicembre 2020
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