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Addio ad Alessandro Albè, ingegnere di Legnano e storico delle ferrovie

Grande appassionato, a lui si devono tra l’altro volumi sul tram Milano-Gallarate, sulla ferrovia Vigezzina, sulle "Varesine" che sostennero lo sviluppo dell'Alto Milanese e del Varesotto

Altomilanese generica

È morto l’ingegner Alessandro Albè, colpito anche lui dal Covid-19. Un nome noto soprattutto in un mondo, quello degli appassionati di tram, treni e trasporti su rotaia: Albè era infatti studioso e autore, ha dato un contributo importante nella pubblicistica sul tema, con ben tredici titoli.

Ingegnere, residente a Dairago e occupato presso la Edison, ha pubblicato il suo primo libro nell’ormai lontano 1986: un volume sulla storia delle “Varesine”, la ferrovia elettrica Milano-Gallarate-Varese-Porto Ceresio, tra le primissime linee a trazione elettrica in Italia, motore dello sviluppo industriale dell’Alto Milanese e di quello turistico delle valli varesine.

La sua attività pubblicistica l’ha portato poi fino in Sudamerica, in anni recenti. Libri, ma anche articoli: «Era venuto a trovarci un mese fa qui in redazione per parlare insieme di progetti e di tanti articoli che aveva già scritto e di altri che voleva approfondire», lo ricorda Gianfranco Berto, di Duegieditrice, editore specializzato. «Una persona positiva, semplice, entusiasta, grande appassionato sempre gentile e disponibile; in lui ammiravamo soprattutto l’originalità delle sue ricerche, che insieme ad una ottima competenza tecnica, costituivano un valido riferimento per tutta la redazione».

Soprattutto nei primi anni in lui la passione per un mezzo di trasporto era fortemente legato con un territorio, nello specifico quello dell’Alto Milanese e dell’asse del Sempione: tra le sue pubblicazioni successive s segnalano infatti i libri sulla fabbrica Ranzi di Legnano (all’avanguardia nelle piccole locomotive per manovrare i vagoni dentro le industrie) e un secondo volume sulle “Varesine” che usavano il sistema a terza rotaia.

Nel 1988 curò il volume sulla ferrovia Vigezzina-Centovallina, celebre linea internazionale a scartamento ridotto tra Domodossola e Locarno “fotografata” alla vigilia di grandi cambiamenti (la scomparsa del tratto stradale a Locarno, sostituto da un lungo tratto in galleria e da un capolinea sotterraneo).

Altomilanese generica

Nel 1993 diede alle stampe, con Guido Boerani e Giampietro Dall’Olio, un altro volume importante, quello dedicato al tram Milano-Legnano-Gallarate. Anche in questo volume, di lunga e straordinaria fortuna (edito da Calosci di Cortona), l’aspetto tecnico del trasporto su rotaia si fonde con l’attenzione alla storia locale, al costante mutare del paesaggio urbano e della campagna lombarda, ai grandi snodi della storia italiana, dal fascismo alle devastazioni della guerra, dalla Liberazione ai profondi cambiamenti del boom economico. 

Proprio questo aspetto ha fatto la fortuna dei suoi libri: le pagine del libro sulla Domodossola-Locarno sapevano raccontare ai vigezzini un pezzo della loro storia e contemporaneamente entravano nel dettaglio tecnico. 

È così che anche un ragazzino (chi scrive) che frequentava la Val Vigezzo per fare sci di fondo e che era incuriosito dai trenini della Domodossola-Locarno, leggendo nel suo libro parole come “acclive” o “rodiggio”, poteva scoprire un mondo del tutto sconosciuto ai più, eppure così presente nella vita quotidiana di milioni di persone. 

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 20 Novembre 2020
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